In controtendenza (fino a + 50%) Unified Communication & Collaboration, Enterprise Content Management, Social Network & Community e Adaptive Enterprise Architecture. Ma mentre CIO e Direzioni Strategiche restano ancora spesso poco consapevoli (adozione completa al 3%)sono i manager e professionisti 30enni a portare in azienda i vantaggi "domestici" del web 2.0. Le entità medie di investimento in questi ambiti non sono elevate rispetto al totale della spesa ICT (si va dai 100.000€ per iniziativa nel SN&C ai 600.000€ nell’AEA),ma i tassi di crescita attesi nei prossimi tre anni sono decisamente 
superiori a quelli del budget ICT complessivo: per UC&C ed ECM i CIO prevedono aumenti intorno al 50%,mentre del 35% e del 25% per SN&C e AEA. 
Si è svolto oggi presso l’Aula de Carli del Campus Bovisa del Politecnico di Milano il Convegno "L’Enterprise 2.0 al tempo della crisi: la concretezza di chi osa" organizzato dall’Osservatorio Enterprise 2.0 della School of Management del Politecnico di Milano (http://www.osservatori.net/).
Occasione del Convegno è stata la presentazione dei risultati della Ricerca 2008/2009, che ha coinvolto attraverso survey ed interviste oltre 300 tra CIO, Responsabili Risorse Umane e Responsabili Marketing. Queste due ultime direzioni sono una novità rispetto alla prima edizione della Ricerca. Così come quest’anno si aggiunge un panel con più di 160 utenti professionali con lo scopo di comprendere il rapporto tra strumenti aziendali e strumenti utilizzati nella vita privata.
    
"Nello scenario di crisi attuale il fenomeno dell’Enterprise 2.0 appare come di fronte a un bivio: se affrontato in modo superficiale o ‘demagogico’, verrà archiviato come una moda passeggera o al più accantonato come un ‘lusso’ posticipabile a tempi migliori – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – se, viceversa, verrà compreso in modo profondo e poi affrontato con concretezza e pragmatismo, potrà portare da subito vantaggi concreti e, al tempo stesso, costruire le premesse per un processo di rinnovamento organizzativo che permetterà alle imprese più efficaci di differenziarsi ed essere protagoniste nel prossimo ciclo di crescita. Di qui l’attenzione che quest’anno abbiamo posto ad analizzare le iniziative concrete in atto e a valutarne gli impatti sull’organizzazione, affiancando alla visione dei responsabili dei progetti e dei CIO quella di altri attori emersi come fondamentali, i responsabili delle Direzioni Risorse Umane e Marketing e Commerciale e gli utenti stessi.".
"Grazie all’Enterprise 2.0 – conclude Stefano Mainetti anche lui Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – le aziende più lungimiranti riusciranno a cogliere nella crisi un’opportunità, coniugando le esigenze contingenti con un percorso di cambiamento interno che non può essere proprio ora trascurato o frenato, ma che va anzi accelerato perché, come sottolineato dall’attuale Capo di Gabinetto della Casa Bianca Rahm Emanuel, ‘…una grave crisi non va mai sprecata…’".
Budget e controtendenza
In un quadro generale di riduzione del budget per gli  investimenti ICT nel prossimo triennio (l’11% di CIO prevede un aumento e il 19%  una contrazione, a fronte di un aumento del 31% e di una contrazione del 7% nel  passato triennio) quattro ambiti applicativi dell’Enterprise 2.0 risultano in  controtendenza: Unified Communication &  Collaboration (UC&C), Enterprise Content  Management (ECM), Social Network & Community  (SN&C)e Adaptive Enterprise Architecture  (AEA).
Le entità medie di investimento in questi ambiti  non sono elevate rispetto al totale della spesa ICT (si va dai 100.000€ per  iniziativa nel SN&C ai 600.000€ nell’AEA), ma i tassi di crescita attesi nei  prossimi tre anni sono decisamente superiori a quelli del budget ITC  complessivo: per UC&C ed ECM i CIO prevedono aumenti intorno al 50%, mentre  del 35% e del 25% per SN&C e AEA. 
Prevalgono Unified Communication & Collaboration ed  Enterprise Content Management
Tra i quattro  ambiti, due risultano più maturi (Unified Communication & Collaboration ed  Enterprise Content Management) sia nella percezione che nell’adozione  all’interno delle imprese.
Unified Communication  & Collaboration (UC&C): rappresenta le iniziative a supporto  della gestione di ogni tipo di comunicazione, interna ed esterna all’impresa, in  modo unitario e indipendente dai mezzi adottati per veicolare i contenuti  attraverso infrastrutture e strumenti integrati. Appena il 9% dei CIO  intervistati risulta "scettica", il 45% è di "pionieri" ritenendo da sempre  strategiche queste azioni, il 46% si è "convertita" sull’importanza di tali  strategie. 
Enterprise Content  Management (ECM): include le attività a supporto della gestione del  patrimonio informativo, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione,  attraverso strumenti che migliorano l’accuratezza, l’accessibilità e l’integrità  nella gestione di documenti e, più in generale, di contenuti. Il 12% di CIO è  scettico, il 51% è pioniere e il 37% è convertito.
Social Network & Community (SN&C): comprende  tutte quelle azioni che hanno come obiettivo la valorizzazione delle relazioni  all’interno e all’esterno dell’impresa. Il 49% dei CIO sono ancora scettici, il  10% sono pionieri, ben il 41% si sono convertiti.
Adaptive Enterprise Architecture (AEA): si intendono  tutte quelle iniziative deputate a rispondere al bisogno di riconfigurare  velocemente processi e ambienti di lavoro, rendendo il Sistema Informativo più  flessibile. Ben il 35% dei CIO risulta scettico, solo il 24% è pioniere mentre i  convertiti ammontano al 41%. 
Adozione reale: c’è ancoramoltissimo da  fare
La ricerca ha infatti permesso di mappare  anche il livello di adozione reale nelle organizzazioni: per  l’Enterprise Content Management il 40% delle imprese è attualmente impegnato in  uno sviluppo unificato o strategico, il 26% per Unified Communication &  Collaboration, il 21% per Adaptive Enterprise Architecture e solo l’8% nel  Social Network & Community. Nel complesso l’adozione nelle applicazioni  dell’Enterprise 2.0 sono complete al 3%, composite (sviluppo elevato su almeno  due ambiti) per il 21%, focalizzate (un solo ambito) nel 36% dei casi ed  embrionali (per il 40%). 
Confronto tra strumenti aziendali e  privati
Per verificare l’importanza dei bisogni  centrati sull’individuo e dal relativo cambiamento del ruolo delle persone in  azienda – elementi alla base dell’Enterprise 2.0 – collegati al rapporto che c’è  oggi tra strumenti cosiddetti "aziendali" e quelli privati, è stata condotta una  ricerca anche su 160 manager e professionisti tra 25 e 60 anni.
Suddividendo il campione in base a fasce di età è possibile cogliere  alcune differenze significative. Considerando gli utenti con un’età inferiore a  30 anni, in particolare, si possono rilevare maggiori esigenze rispetto al resto  del campione che riguardano il Social Networking (60% lo  ritiene prioritario rispetto al 42% del resto del campione) e la Global  Mobility (93% rispetto al 79%) tutti dati che testimoniano di un  profondo cambiamento di cui sono portatori le nuove generazioni per le  organizzazioni. 
Da ciò si evince come l’esperienza degli  strumenti web 2.0 stia influenzando profondamente le abitudini e le modalità di  interazione dei professionisti anche sul luogo di lavoro. Gran parte delle  imprese, tuttavia, sembrano ancora lontane dal comprenderne appieno gli impatti  e rivedere alla luce di questo trend i propri sistemi di comunicazione e  collaborazione interni. 
Sistemi formativi puntati  sull’individuo
Con questa seconda ricerca  l’Osservatorio Enterprise 2.0 ha evidenziato come il fenomeno dell’Enterprise  2.0 stia profondamente mutando il modo di concepire i Sistemi  Informativi: dall’essere fortemente incentrati sull’automazione e il  supporto di processi strutturati, si stanno sempre più orientando a supportare  processi che incorporano in misura crescente flussi di informazioni  destrutturate. Nell’impossibilità di automatizzare o codificare queste attività,  l’enfasi si è spostata progressivamente sull’individuo e  sull’esigenza di migliorarne la capacità di utilizzare le  risorse che l’azienda e l’ambiente esterno gli mettono a disposizione,  creando così le migliori condizioni lavorative in ogni situazione e attraverso  diversi mezzi e canali, anche in mobilità. 
CIO e Direzioni: serve più  integrazione
Ma per sviluppare questo nuovo  approccio al Sistema Informativo sono fondamentali sia la presenza sia il ruolo  di un vero CIO. E che, in una visione di collaborazione integrata, la Direzione  Sistemi Informativi sia supportata – avendo la forza di farsi catalizzatore e  perno del cambiamento – dalla Direzione Risorse Umane e dalla Direzione  Marketing e Commerciale. 
 
             
		
































