Così Google intercetta gli iscritti a Gmail

Non bastava la NSA con il suo PRISM. Anche Big G potrebbe aver calcato troppo la mano sulla raccolta dati. Ecco in che modo

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Cosa succede se una delle più importanti aziende web al mondo deve difendersi dall’accusa di intercettazione? Nella giornata di ieri nei confronti di Google è stata avviata una procedura di indagine per verificare se è vero che nel corso della sua attività giornaliera abbia mai raccolto dati relativi agli utenti per mostrare annunci a loro rilevanti. Sappiamo bene che alla base dell’ad tracking vi è, o almeno dovrebbe esservi, solo l’utilizzo dei cookie, dati che non contengono informazioni personali e sensibili. A quanto pare a mamma Google tutto questo non bastava, andando ben oltre.

Mancanza di principi di fondo

Gli accustori, le cui azioni sono la somma di quelle ricevute nel corso degli anni e fuse in due casi legali distinti, chiedono a Google se è vero che si sia andato a fondo nella ricerca dei dati degli utenti in servizi come Gmail e Street View per formulare quadri più specifici e indirizzare la giusta pubblicità ad ognuno. “E’ un brutto momento per Google – ha detto Alan Butler, avvocato presso l’Electronic Privacy Information Center – quello che è in gioco è un problema di privacy basilare per i consumatori, che riguarda la misura in cui le loro comunicazioni digitali vengono protette dai fornitori di servizi ai quali si affidano”.

A rischio le email

Fino ad oggi Google è riuscita ad evitare gravi sanzioni in ambito privacy. Il caso di Gmail potrebbe avere effetti maggiori visto che coinvolge quasi mezzo miliardo di persone in tutto il mondo. In tal caso una class action, con le dovute multe, potrebbe pesare non poco nelle casse di Mountain View. Allo stesso tempo il caso potrebbe avere conseguenze a lungo termine per tutti i servizi di posta elettronica, compresi Yahoo e Microsoft, per la questione di come vengano protetti i dati on-line, anche internamente. “Questa decisione ha il potenziale per ridisegnare davvero l’intera industria delle email” – ha detto Eric Goldman, direttore dell’High Tech Law Institute alla Santa Clara University School of Law.

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