Il grande flop del sistema informatico per la gestione dei permessi di soggiorno

Il passaggio a una efficienza digitale della Pubblica Amministrazione annega in un cocktail di burocrazia tradizionale e digitale e il risultato è una completa inefficienza dei servizi

Il ministro Brunetta insiste sulla volontà di creare una Pubblica Amministrazione efficiente. Come dargli torto? Quale cittadino non vorrebbe miglior servizi, tempi di risposta più rapidi, semplificazione della burocrazia, meno carta, più trasparenza? Evviva, per fortuna è ora arrivata l’innovazione e l’informatica e le nuove tecnologie di comunicazione costituiscono l’ingrediente per introdurre nuova efficienza. Ma la realtà spesso contraddice i buoni propositi.

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Siamo per certi aspetti un paese terzomondista. Un caso emblematico dell’incapacità di snellire procedure gestite in modo tradizionale, con carta, bolli e quant’altro, è la procedura che deve gestire il rilascio dei permessi di soggiorno. Bene, per modernizzare e velocizzare la procedura è stato predisposto nel 2006 un sistema informatico. All’epoca si disse che il sistema sarebbe stato in grado di gestire le comunicazioni con tutte le amministrazioni interessate nel processo di rilascio dei nulla osta (Agenzia delle Entrate, Questura, Direzione Provinciale del Lavoro, Ministero degli Esteri) attraverso un dialogo completamente automatizzato. Questo avrebbe permesso di seguire l’iter della pratica fornendo al cittadino un servizio completo e rapido. Il sistema, si spiegava, sarebbe stato potenziato al fine di consentire una risposta nei termini previsti dalla normativa vigente.

Avete letto bene, un sistema completamente automatizzato che avrebbe garantito al cittadino un servizio rapido e completo. Il problema è che da quando è entrato in utilizzo questo sistema i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno sono diventati biblici. Andava meglio quando si gestiva il tutto unicamente attraverso carta e bolli. Da chi è stato sviluppato il sistema informatico che fa acqua da tutte le parti? E soprattutto, si può pensare che la presentazione della domanda e il successivo rilascio sia gestito attraverso un processo di una complessità mastodontica? I processi, per potere essere gestiti con efficienza devono essere pensati per potere essere traslati in ambito informatico e non viceversa. Se si guarda alle modalità e iter procedurale cui devono sottostare coloro che devono presentare la domanda o il rinnovo del permesso di soggiorno è delirante, mai e poi mai potrà essere automatizzato garantendo efficienza e rapidità di risposte.

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Da questa storia appare evidente che la grande volontà di avviare un processo di dematerializzazione dei documenti e il passaggio a una efficienza digitale della Pubblica Amministrazione annega in un cocktail di burocrazia tradizionale e digitale e il risultato è una completa inefficienza dei servizi.