Ambiente e tecnologia: nemici e amici.

Si è aperto ieri il G8 Ambiente, incontro finalizzato alla salvaguardia della salute ambientale. Sono proprio le moderne tecnologie che ci aiuteranno a prenderci cura del pianeta. Pur essendo molto spesso accusate di inquinare la terra, potrebbero essere proprio loro a farci capire l’emergenza ambiente.

Si è aperto ieri a Siracusa il G8 Ambiente, vertice in cui si riuniranno ministri dell’Ambiente per discutere la salvaguardia del pianeta. Cambiamenti climatici e biodiversità saranno i due temi centrali. Per quanto riguarda i primi, i punti chiave sono le tecnologie a basso contenuto di carbonio e l’alleanza sullo sviluppo sostenibile.
Da un po’ di tempo, di pari passo con tecnologie sempre più evolute, spuntano come ciuffetti d’erba iniziative ambientaliste e campagne ecologiche. Sembrerebbe una contraddizione. Eppure non credo che nell’epoca in cui ci troviamo, fortemente macchinizzata e modernizzata, le une potrebbero sussistere senza le altre. Già, perchè la tecnologia conquistata finora non serve solo a emettere CO2. Chi studia l’ambiente e le sue trasformazioni non può fare a meno di strumenti tecnologici, anche se così facendo, inevitabilmente inquina. D’altra parte alcune tecnologie non potrebbero funzionare se non ci fossero i meravigliosi doni di madre natura. Riuscite a immaginarvi un mondo industrializzato e moderno senza acqua, luce, vento, terra? Praticamente impossibile.
Ma concentriamoci sulla tecnologia, spesso indiziata favorita per quanto riguarda l’inquinamento della ormai poco incontaminata natura. Di recente è stato lanciato nello spazio un satellite che ha come obiettivo la misura del campo gravitazionale della Terra, vale a dire l’attrazione che la Terra esercita sui corpi, attrazione che si manifesta con il peso. Il satellite si chiama GOCE e la sua realizzazione è stata possibile grazie a numerosi cervelli scientifici, tra i quali c’è anche quello di un professore del Politecnico di Milano. Le misurazioni di GOCE permetteranno di effetture previsioni, anche a lungo termine, di ciò che potrà succedere sul nostro pianeta. I dati che il satellite raccoglierà forniranno un preciso riferimento per studi di geodesia, idrologia, metereologia e sismologia. In poche parole saremo in grado di studiare con maggior precisione fenomeni come il surriscaldamento terrestre, i terremoti, tristemente famosi in questi giorni, gli uragani e più semplicemente il clima. Salta subito all’occhio che informazioni simili non potranno far altro che tornare utili anche a tutti quegli studiosi che si occupano di ambiente.
La conoscenza ha un prezzo, che in certi casi è pagato da madre natura, succube dei marchingegni più infernali e inquinanti. Forse però questa stessa tecnologia, ci farà aprire gli occhi e soprattutto ci farà intirizzire peli e capelli. Chissà mai che avere la certezza, in anticipo, di un terribile disastro ambientale, non ci convincerà a consumare di meno e a incidere sulla nostra anima una verde promessa ambientalista.

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