Il Garante della privacy blocca le chiamate mute dei call center: “Sono come lo stalking”

Il Garante ha previsto nuove regole per le società di telemarketing riguardo alle “telefonate mute” dove il destinatario viene messo in attesa silenziosa

Dopo numerose segnalazioni da parte degli utenti, il Garante della privacy, che ha stilato nuove regole per la pubblicità su mobile e social, ha prescritto nuove regole riguardo le “telefonate mute” effettuate dalle società di telemarketing. Queste chiamate, dove il destinatario viene lasciato in attesa silenziosa, avviene perché questo tipo di aziende effettua più chiamate rispetto agli operatori disponibili per ridurre i tempi morti.

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“Se alcune pratiche di marketing telefonico – sottolinea il presidente dell’Autorità, Antonello Soro – vengono vissute dagli utenti addirittura come una forma di stalking, significa che l’impresa non sta facendo bene il suo lavoro. È prioritario per le stesse società di telemarketing che le cosiddette «chiamate mute» vengano drasticamente ridotte”. Per chi volesse partecipare alla consultazione pubblica indetta dal Garante può inviare le proprie segnalazioni all’indirizzo e-mail chiamatemute@gpdp.it.

Le nuove regole

Il Garante della privacy, che ha sottolineato il troppo potere dei giganti del web, ha stilato una lista di nuove regole che le società di telemarketing devono seguire in merito alle “chiamate mute”. Queste dovranno essere tracciate e dovranno concludersi dopo 3 secondi dalla risposta dell’utente. Le “chiamate mute” non potranno superare il 3% delle chiamate totali effettuate. L’utente non potrà essere messo in attesa silenziosa ma dovrà ascoltare rumori ambientali o conumque suoni che diano la sensazione che non si tratti di un molestatore. Infine, le persone colpite da “telefonate mute” non potranno essere ricontattate prima di una settimana e i call center dovranno conservare i report statistici sul fenomeno per ogni campagna pubblicitaria per almeno 2 anni.

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