La pubblicità su siti pirata genera un guadagno di 237 ml di dollari

IAB Italia, FAPAV e FPM bloccheranno le inserzioni pubblicitarie sui siti illegali per cercare di sconfiggere la pirateria online

Tempo fa il presidente di Confindustria Radio TV, Rodolfo De Laurentiis, aveva stimato che solo in Italia la pirateria è costata 3 miliardi di euro in tre anni e 20mila posti di lavoro. Tra le fonti di guadagno dei pirati c’è anche la pubblicità legata ai contenuti diffusi illegalmente. Digital Citizens Alliance ha calcolato che ogni anno si generano 227 milioni di dollari di guadagni tramite l’advertising connesso a file piratati.

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IAB Italia (Interactive Advertising Bureau), FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale) e FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) ha quindi pensato che uno dei mezzi per battere la violazione del copyright è chiudere proprio questo rubinetto.

Bloccare la pubblicità sui siti illegali per battere la pirateria

Le tre associazioni hanno firmato un documento di autoregolazione che bloccherà le inserzioni pubblicitarie su siti illegali. Ciò permetterà non solo di ridurre una delle principali fonti di guadagno dei pirati ma tutelerà anche maggiormente il settore dell’advertising online, che potrà contare su clienti la cui correttezza è garantita. 

“In un mercato digitale che cresce, la pirateria rappresenta un enorme ostacolo: solo una Rete etica e sicura può consentire alla Digital Economy di continuare a svilupparsi, rendendo il nostro Paese sempre più attraente per gli investitori e portare con sé nuove opportunità da un punto di vista economico ed occupazionale”, ha dichiarato Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia.

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