La sicurezza dalla nuvola

Di sicurezza si fa un gran parlare a tutti i livelli. Fino a non molto tempo fa, il problema si concentrava sul mondo Windows, ma con l’emergere di Android e iOS, il tema si è esteso. Ma parlare di sicurezza, di antivirus, o antimalware, come più vi piace, significa dare un carico di lavoro significativo al dispositivo. Non solo; più il dispositivo è piccolo e “leggero”, più il problema diventa consistente; memoria e velocità di calcolo sono tornati in qualche modo a essere un problema, soprattutto quando si parla di una miriade di calcoli e di analisi che caratterizzano gli antivirus della nostra epoca. E allora… si guarda alla nuvola.

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Achab, distributore di software infrastrutturale, con un fatturato di 4,8 milioni di euro lo scorso anno e uno staff composto di 23 persone, dopo il cambio di rotta strategica di Avira, avvenuto a metà del 2013 si è trovata ad affrontare il non facile problema di quale prodotto proporre alla propria clientela. A presentarci la soluzione individuata è Andrea Veca, CEO di Achab, e si chiama Webroot SecureAnywhere. A fianco a lui tre rappresentanti di Webroot: Charles Tomeo, Vice President WorldWide Channel & Technical Sales, Adam Nash, Chanel Manager e Sarah Hayes, Marketing Specialist.

Si tratta di un prodotto fortemente innovativo, per non dire rivoluzionario. Un client molto leggero risiede sul dispositivo, si tratti di un pc, di un tablet o di uno smartphone. Questo client sposta quasi tutto il lato elaborativo a un server che si trova sul cloud, rendendo minimo l’impatto sul dispositivo. Un prodotto, certo tra i primi, se non il primo, come afferma chi ce lo sta presentando, a dire addio all’annoso e ingombrante problema delle firme. Richiede una banda minima, non si limita ai soli virus ma spazia nel sempre più vasto universo del malware ed è dotato di una console di gestione di buon livello. Funziona ovviamente anche quando non connesso a Internet, sebbene questo, inutile nascondercelo, sia il suo habitat naturale, sebbene con funzionalità ridotte, ma è in grado di ripristinare lo stato precedente una volta che la connessione si ripresenta. Se non compare in AVComparatives è perché molti test si basano sulle firme, cosa che il prodotto presentato non fa.

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A dirci qualcosa di più sul prodotto sono le persone di Webroot. L’architettura del prodotto appare articolata e i vantaggi di una soluzione cloud si vedono facilmente. Ma come sempre sono i numeri a dare un quadro chiaro della situazione: 7 milioni di applicazioni mobili, 9 miliardi di url, 310 milioni di domini, 550 milioni di indirizzi Ip, 150 TB di malware data e 30 milioni di nodi connessi. Questo ha fatto sì che Webroot abbia avuto una crescita molto rapida, in particolare oltre oceano; Charles Tomeo ha affermato che oggi Webroot è il primo nella lista dei prodotti di sicurezza su Amazon e che su circa 11.000 recensioni, il 96% gli assegnano 4 o 5 stelle. Inoltre il prodotto viene installato sul 50% dei pc venduti da BestBuy (36% di crescita in meno di 18 mesi); in poche parole, un nuovo cliente ogni 15 secondi.

WebRoot funziona su pc, Mac, smartphone e tablet (Android e iOS, al momento non su Windows Phone), con una politica commerciale legata alla tipologia di utente che può coprire anche più di un dispositivo con un singolo codice.

Achab, che inizierà la distribuzione dei nuovi prodotti a partire dal prossimo 11 marzo, avrà come target principale i Managed Service Provider (Msp).