Il fattore “X” del cambiamento

Milano. Centro Convegni dell’Università Bocconi. Torna, per il quarto anno consecutivo, “Reply Xchange” per tracciare la road map dell’innovazione. Mobile, Cloud Computing, Big Data, CRM, Digital Communication, Internet of Things, sono i caldi temi all’ordine del giorno dell’agenda dei Cio. Per Filippo Rizzante CTO di Reply «il vero fattore “x” del cambiamento è rappresentato dalla diffusione dei social network, che hanno inciso sul modo di comunicare delle persone. La collaborazione può diventare una risorsa strategica per le imprese se correttamente indirizzata e gestita e il crowdsourcing è uno strumento per favorire la crescita delle imprese italiane».

IL CROWDSOURCING SECONDO REPLY

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’evento “Xchange” dedicato a clienti e partner di Reply, si è aperto con un momento di incontro del management di Reply per fare il punto sull’andamento della società, lo stato dell’arte dei progetti innovativi realizzati nel corso dell’anno e illustrare le aree di innovazione sulle quali Reply punta. Nell’area demo, sotto i riflettori, Starbytes, la piattaforma di crowdsourcing di Reply e HI Shop, l’applicazione di marketing di prossimità sviluppata da Concept Reply, per rendere l’esperienza di acquisto ancora più smart e integrata in una soluzione di “Proximity Commerce”, dalla comunicazione promozionale al pagamento in mobilità. Testimonial d’eccezione, per illustrare le potenzialità del crowdsourcing e offrire il punto di vista “tecno-pratico” del fenomeno è Jeff Howe, che nel 2006 ha usato per la prima volta il termine crowdsourcing in un articolo dal titolo “The Rise of Crowdsourcing”. Oggi, quella definizione deve essere rivista, ma «il concetto rappresenta una base importante per lo sviluppo di nuovo modello di business, di organizzazione aziendale e marketplace».

Leggi anche:  Jorge Álvarez nominato nuovo CEO del Gruppo Retelit

 

 

Videointervista a Jeff Howe, contributing editor di Wired Magazine e coniatore del termine Crowdsourcing

 

 

LE PECULIARITÀ DI STARBYTES

Si chiama Starbytes la piattaforma di crowdsourcing di Reply, a disposizione delle imprese italiane che intendono avvalersi di questo nuovo strumento per sviluppare progetti, prodotti digitali e servizi. Nato come servizio di lavoro on line riservato al network Reply, Starbytes oggi ha una community certificata di oltre 21mila esperti creativi, web designer, copywriter (starbyters ), oltre a professionisti del mondo Ict e delle tecnologie digitali, in Italia. La community, ad oggi, ha elaborato piu’ di 117.000 proposte e realizzato concretamente oltre 300 progetti. L’offerta di Reply è dedicata sia alle grandi aziende sia alle pmi. Su Starbytes, dopo la registrazione, ogni azienda può pubblicare la propria richiesta, completa con tutti i dettagli utili alla realizzazione, funzionalità operative, obiettivi di comunicazione e budget. Le aziende hanno la possibilità di visualizzare – direttamente online – le offerte realizzate dagli starbyters, selezionare quelle maggiormente in linea con le richieste e le proprie aspettative e assegnarne infine la realizzazione.

Per le aziende di grandi dimensioni Reply, dedica il servizio “Club Starbytes”, ovvero la possibilità di utilizzare la piattaforma Starbytes come “abilitatore” tecnologico del crowdsourcing, personalizzando immagine e funzionalità, con il supporto di Reply per la gestione dell’iniziativa, dalla progettazione alla manutenzione del servizio. Un primo esempio di azienda che ha utilizzato il sevizio Club Starbytes è 3 Italia, con Appsquare, un servizio rivolto a chiunque intenda proporre un’idea per realizzare applicazioni innovative, destinate a smartphones e tablets.

«Trasparenza, garanzia ed efficienza fanno di Starbytes un luogo ideale per la collaborazione tra professionisti ed aziende italiani» – dichiara Filippo Rizzante CTO di Reply. «Il nostro obiettivo è duplice. Da un lato, renderemo Starbytes sempre più un luogo dove stabilire collaborazioni a lungo termine tra professionisti e tra professionisti ed aziende. Dall’ altro, vogliamo dare all’imprese italiane, di tutte le dimensioni, un canale innovativo – quello del crowdsourcing – per ritrovare competitività e voglia di sviluppare nuovi servizi e nuove idee».

Leggi anche:  Retelit: Mimmo Zappi è il nuovo Chief Commercial Officer

L’INNOVAZIONE APERTA

In una società aperta, che cosa conta veramente? Per Jeff Howe «trasparenza e affidabilità sono le chiavi per mantenere il controllo». Sfruttare la collaborazione di massa e l’intelligenza collettiva o quella che i sociologi chiamano la forza dei legami deboli può essere una risorsa per molte aziende, per “fare di più con meno”. Il crowdsourcing (da “crowd”, folla, e “outsourcing” esternalizzare una parte delle proprie attività) rappresenta una grande attrattiva per molte aziende, e non solo per quelle che si trovano agli inizi e non dispongono di molti fondi. «Il crowdsourcing è oggetto di critiche, ma anche evidenti vantaggi. Molti individui all’interno della “croud” traggono importanti benefici dalla loro partecipazione a progetti di crowdsourcing». Per Jeff Howe, da giornalista più che da accademenico, l’essenza dell’innovazione è «mettere insieme ciò che è necessario con ciò che è possibile. E in questo prospettiva il crowdsourcing è più di una teoria. Il vero potere del crowdsourcing è la possibilità di aggregare la capacita di problem solving delle persone. Non è importante come lo chiamiamo. La creatività, la voglia di avere successo e la voglia di guadagnare facendo al meglio il proprio lavoro fanno la differenza. E cresce la voglia di fare del mondo un posto migliore». Le aziende devono decidere se per loro, questa è una buona o una cattiva notizia.