Broadband: Italia in 16.ma posizione

L’indagine europea svolta da Ecta rivela un insufficiente progresso nell’ampliamento del mercato a larga banda e una questione competitiva ancora irrisolta che favorisce posizioni dominati

In base ai dati rilasciati dall’Ecta (European Competitive Telecom Association) si rileva come la progressione avvenuta in area EU27, per quanto riguarda una più ampia evoluzione del mercato delle comunicazioni a larga banda, sia stata largamente penalizzata dalla non volontà di introdurre nuove leve competitive. Nella classifica EU27 stilata da Ecta l’Italia risulta in 16.ma posizione in termini di penetrazione broadband.

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“L’Europa ha fatto poco o nulla negli ultimi due anni per sviluppare una maggiore concorrenza nel mercato dei servizi– ha affermato il presidente di Ecta, Innocenzo Genna.

La mancata differenziazione verso una più accentuata situazione competitiva è stata causata essenzialmente da una politica di tipo protezionistico attuata in più paesi europei”. Secondo Ecta esiste un evidente relazione tra scarsi investimenti nel settore delle telecomunicazioni e quadro normativo.

“L’Europa non può più permettersi di avanzare lentamente nel percorso verso una economia digitale. Il presidente Barroso – continua Genna – deve fare diventare l’agenda digitale una priorità per l’Europa e designare un Commissario che abbia sufficiente visione e forza per resistere alle pressioni dei governi che mirano a proteggere società inefficienti che tuttora godono di una posizione dominante”.

Le statistiche presentate da Ecta rivelano una disparità sostanziale nell’accesso a banda larga tra paesi del Nord Europa, così come Olanda e Danimarca, e paesi quali Grecia, Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria. Mentre i primi vantano una percentuale di accesso sulla popolazione pari al 30%, in questi ultimi le percentuali non sono superiori al 15%.

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Attualmente la fibra è la tecnologia a larga banda che corrisponde al 17% delle linee in utilizzo, mentre il 79% è coperto da tecnologia DSL. La Svezia è il paese con la percentuale più alta di accesso in fibra, 7%, contro una media europea che risulta essere dello 0,4%.

In particolare Ecta è preoccupata della stagnazione o non progresso nella diffusione delle linee broadband. La percentuale europea media appannaggio degli incumbent è del 45,5%, percentuale che ha subito un incremento dello 0,5% nei soli ultimi sei mesi. Spagna e Italia sono tra i paesi nei quali le posizioni dominanti sono più forti che altrove e raggiungono il 57% del mercato.

Ma la situazione appare ancora più deprimente se si prende in considerazione il mercato unbundling, ovvero linee e traffico derivate da accordi tra incumbent e altri operatori: la percentuale in questo caso sale mediamente all’80% e in alcuni paesi come Francia, Germania e Italia il traffico riconducibile a infrastrutture incumbent raggiunge punte del 90%.