Italia, un’economia tra passato e futuro

Il rapporto Connectivity Scorecard della London Business School analizza il rapporto tra crescita economica e infrastrutture di comunicazione. L’Italia al diciannovesimo posto nella classifica dei paesi dell’Ocse.

Un paese senza vie di comunicazione è destinato a essere escluso dalle opportunità commerciali. Senza autostrade, aeroporti, ferrovie, persone e merci non potrebbero viaggiare. La nostra vita, il nostro modo di produrre è legato al sistema di comunicazione. Ma le economie moderne richiedono la presenza di una altrettanto potente infrastruttura di comunicazione, quella digitale. Senza di essa la possibilità di innovare, creare nuove opportunità di lavoro, semplificare la vita dei cittadini, rendere più efficiente il sistema produttivo appare remota. Pura retorica? Non proprio. Il piano di rilancio economico di Obama pone una forte attenzione sul potenziamento, estensione e generalizzazione di infrastrutture a larga banda in settori critici quale per esempio la sanità e l’elettricità. Broadband, afferma il CEO di Cisco, John Chambers, è il biglietto di ingresso per avere un posto nell’economia mondiale. Costituisce le fondamenta tecnologiche sulle quali potere costruire il futuro.

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Quanto l’evoluzione della infrastruttura di comunicazione abbia già profondamente influito nello scenario quotidiano è sotto gli occhi di tutti. Se portassimo indietro l’orologio di quindici anni ci ritroveremmo in un mondo che non ci appartiene più. Gli investimenti in Information and Communications Technology condizionano sempre più la crescita economica. E il potenziale per un ulteriore evoluzione è ancora enorme, anche in quei paesi che hanno di fatto utilizzato in modo intensivo ed estensivo le nuove tecnologie, come per esempio gli Stati Uniti.

Il rapporto Connectivity Scorecard della London Business School testimonia quanto l’intreccio tra crescita economica e investimento ICT sia ormai l’elemento che condiziona lo sviluppo dei singoli paesi e aree geografiche. Il rapporto assegna un indice di connettività (da 1 a 10) in rapporto allo scenario economico dei singoli paesi. L’indice di connettività identifica l’ampiezza e profondità delle infrastrutture di comunicazioni digitali nelle diverse dimensioni della società, quanto il tessuto digitale avanzato sia stato metabolizzato dai cittadini, dalle imprese, dalla pubblica amministrazione. Nessun paese raggiunge il pieno punteggio, in ragione del fatto che esistono ancora ampi spazi di miglioramento. Il miglior punteggio è raggiunto dagli Stati Uniti (6.97) seguono Svezia, Giappone, Canada, Uk e Finlandia, tutti paesi che ottengono un punteggio superiore al 6. L’Italia è al diciannovesimo posto con un connectivity score di 3.85 di gran lunga inferiore a quello dei paesi che vantano il punteggio più alto. L’Italia, si legge nel rapporto presenta un investimento ICT molto più basso rispetto alle 26 nazioni dell’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico.

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Tutto questo porta gli autori ad affermare che l’Italia non sfrutta l’ICT e telecomunicazioni come motore per la crescita economica. E’ una costante dei paesi mediterranei. Non pensate che la Spagna sia in una posizione migliore. Ques’tulima presenta infatti un indice di connettività inferiore a quello italiano.

Se può consolare… .