Amanda Todd quando i Social Network diventano un killer

Cosa accade in una società iper-connessa, in cui tutto viene memorizzato e condiviso, quando un’adolescente problematica commette una sequenza di errori? Semplice scatta la più spaventosa delle sanzioni sociali, fino alla completa distruzione fisica della vittima.

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Amanda Todd, un’adolescente canadese di soli quindici anni si è suicidata il 10 ottobre scorso.

Immediatamente su Twitter si è scatenata una catena di umana solidarietà all’insegna dell’hashtag #RIPAmandaTodd.

In tutti i popoli anglofoni per tre giorni ci si è fermati a compiangere questa giovane sfortunata.

Di seguito espongo la vicenda per come nei suoi tratti salienti l’ha raccontata la stessa Amanda poche settimane addietro in un video su Youtube: “My story: Struggling, bullying, suicide, self harm“:

* Durante l’equivalente della nostra Seconda Media, Amanda ha iniziato a frequentare delle video chat per fare nuovi incontri. Ha iniziato a ricevere parecchie attenzioni e tanti complimenti. Durante una sessione di videochat uno dei suoi nuovi “amici” le chiese di mostrare il seno. Lei purtroppo lo fece.

* Un anno dopo un utente anonimo lasciò un messaggio sul suo profilo facebook dimostrando di conoscere tutti i dati essenziali della vita di Amanda: indirizzo, scuola, parenti, amici, ecc… Il pedofilo (ricordiamo che aveva meno di quattordici anni all’epoca dei fatti) la ricattò: o Amanda avrebbe fatto uno show pornografico per lui, o avrebbe inviato la sua foto nuda a tutti.

* Alle quattro del mattino di Natale la polizia passò a casa Todd per informarli che le foto erano state inviate via mail a tutti i suoi conoscenti. Questo fatto scatenò ad Amanda una serie di disturbi psichici gravi.

* Pur avendo cambiato abitazione Amanda si gettò nel baratro della dipendenza da droghe e alcolici, per sfuggire dalla realtà.

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* Un anno dopo il ricattatore pubblicò una Fanpage su Facebook utilizzando il seno di Amanda come foto del profilo e taggandovi tutti gli amici della sua nuova scuola. Ne conseguì il completo ostracismo da parte degli altri alunni.

* Purtroppo Amanda, reagì seguendo l’esempio di molti giovani nordamericani e iniziò a procurarsi automutilazioni. Così cambiò nuovamente scuola.

* Inizialmente nella nuova scuola, nonostante l’isolamento le cose sembravano andare meglio.

* Dopo un mese Amanda riallacciò via internet i contatti con un suo vecchio amico. Sebbene sapesse che il ragazzo era fidanzato, finì per intraprenderci un rapporto sessuale.

* Una settimana dopo Amanda ricevette un messaggio che le intimava di uscire da scuola. Il suo vecchio amico, la fidanzata ed altre quindici persone erano venute a trovarla. Davanti a una cinquantina di studenti Amanda venne insultata, gettata a terra e picchiata, mentre le veniva gridato che nessuno la amava. L’unica reazione avuta dagli astanti fu di filmare il pestaggio e diffonderlo sui social network. Solo gli insegnanti vennero in suo soccorso. Uscì dal fosso in cui era stata gettata, solo quando arrivò il padre.

* Tornata a casa Amanda Todd ingurgitò della candeggina. Venne portata in ospedale per tempo e salvata.

* Dopo il ricovero Amanda tornò a casa, solo per scoprire che il pestaggio e il suo tentativo di suicidio erano argomento di discussione dell’intera comunità scolastica su Facebook. I commenti erano cose del tipo: “se lo meritava”, “l’hai fatto per lavare il fango dai capelli?”, “spero che tu sia morta”. Nessuna solidarietà, nessuna pietà.

* Amanda Todd si trasferì nuovamente in un’altra città.

* Amanda Todd purtroppo era diventata un contenuto virale. La gente pubblicava immagini di candeggina e fossati taggandole al nome di Amanda Todd e associandole a commenti del tipo: “Dovrebbe provare un diverso tipo di candeggina”, “Spero che questa volta muoia veramente”, “Spero che veda questo e si ammazzi”.

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* Amanda iniziò ad infliggersi ancor più spesso ferite da taglio e ad assumere psicofarmaci. Andò in overdose e finì nuovamente in ospedale.

* Poi pubblicò il video citato in precedenza, nella vana speranza di suscitare una qualche commozione. Cumulò solo ulteriori commenti negativi e aberranti.

* Poi Amanda Todd si è ammazzata.

Vi racconteranno che Amanda Todd si è tolta la vita per colpa di un cyber-orco.

Vi racconteranno che Amanda Todd si è tolta la vita per colpa di dei cyber-bulli.

Vi racconteranno che Amanda Todd si è tolta la vita per colpa di una delusione affettiva.

Ma la triste verità che emerge dal suicidio di Amanda Todd è che si è tolta la vita per colpa di uno Sciame Umano di persone insensibili, grette e ottuse. Amanda Todd è stata uccisa da uno Sciame Umano che l’ha schiacciata, condannata e spinta al suicidio, con la facilità con cui si commenta uno status su Facebook. Amanda Todd è stata uccisa da una somma pazzesca di interazioni atroci.

E ora quello stesso Sciame Umano, in un’esplosione di ipocrisia la piange morta.

Ad un singolo mostro si può resistere psicologicamente, ma contro una comunità di mostri non si può che soccombere.

>> Vedi tutti gli altri articoli della rubrica “Cinguettii” a cura di Giovanni Scrofani