Anche il mondo del vino, uno dei baluardi più resistenti del 1.0, pare si stia sgretolando e si stia convertendo alla religione del cinguettio
Ne è un esempio Tweet Your Wines, un’interessante iniziativa – di cui abbiamo sentito parlare nella appena conclusasi Social Media Week – che si propone di avvicinare il settore vinicolo al microblogging e alla geolocalizzazione. Si tratta di un progetto veramente innovativo che ha coinvolto una ventina di aziende italiane – la maggior parte vinicole e una produttrice di olio – accomunate dal fatto di partecipare al Vinitaly e di essere presenti su Twitter, la prima piattaforma di micro-blogging che oggi conta milioni di utilizzatori, con trend di crescita notevoli, anche in Italia.
Le ‘twit-aziende’, quelle cioè che hanno aderito a questa iniziativa, si sono contraddistinte in modo eclatante durante il Vinitaly, perché hanno presentato all’interno dei loro stand le cosiddette ‘Cromobox’, confezioni decorate in legno ideate appositamente con la funzione di badge di riconoscimento per l’evento. In questo modo è stato ricreato, all’interno della famosissima manifestazione, una sorta di percorso virtuale segnalato dalle Cromobox con la possibilità perfino di giocare e vincere, facendo check-in nei vari stand. Grazie alla geolocalizzazione resa disponibile da Foursquare, i visitatori delle cantine ‘tweetyourwines’ potevano infatti scattare delle foto alle Cromobox per condividerle su Twitter nel check-in e partecipare così all’estrazione di alcuni premi in palio.
L’iniziativa non si è esaurita però con il Vinitaly ed è continuata anche dopo. A conclusione dell’evento è partita infatti un’asta di beneficenza, che si è svolta non solo su Twitter ma anche sul sito di Tweet Your Wines, delle Cromobox contenenti i vini di queste aziende così social.
In un momento economico innegabilmente complesso, in cui molte sono le critiche che vengono mosse all’arretratezza del settore vinicolo, Tweet Your Wines è un chiaro segnale di come la collaborazione fra Social, Geolocal e PR sia sempre più il futuro della comunicazione del vino. Un vero e proprio esempio in controtendenza rispetto a quanto si pensa oggi dell’Italia del vino, un’Italia che produce troppo, comunica troppo poco e in modo obsoleto senza fare sistema né dentro né o fuori dai confini nazionali.
