Virtualizzazione e discontinuità tecnologica dell’ambiente desktop

Quanto e come la virtualizzazione potrà ridefinire la dimensione del pc? Thin client e Linux possono diventare gli ingredienti funzionali a un’architettura impostata sui principi del desktop virtualeE’ il software il motore del cambiamento. E’ il software che può determinare un rinnovamento radicale nelle modalità in cui si definiscono i rapporti tra client e server. Il software inteso non tanto come applicazioni, ma come middleware, ovvero quello strato di software che implementa i meccanismi di fruizione di servizi e applicazioni.Middleware, una terminologia che andava molto di moda negli anni novanta e che nel tempo è stata via via abbandonata, ma che di fatto è diventata sempre più presente nelle soluzioni che si sono andate a proporre in questi ultimi anni. In particolare, la virtualizzazione, un middleware che permette di creare una separazione logica tra componenti hardware di sistema e applicazioni, rivoluzionando l’assetto classico dell’ambiente di data server. Ma quanto e come la virtualizzazione potrà ridefinire la dimensione client? Attenzione, perché questo è un aspetto molto delicato, e ancora poco compreso, nonostante inizino a esservi tutti i presupposti perché possa decollare un nuovo stile di utilizzo del client.Gli elementi fondanti questo nuovo tipo di logica? Da una parte, l’abbiamo detto, la virtualizzazione, ma non la virtualizzazione così come l’abbiamo conosciuta fino a oggi, ovvero quella del server, parliamo di virtualizzazione del desktop; dall’altra la possibilità di potere contare su infrastrutture di rete in grado di assecondare nella più assoluta semplicità un traffico che una volta sarebbe stato ritenuto ingestibile. La capacità della rete, broadband, in e out of the enterprise, è il terreno di cultura delle nuove modalità di fruizione as a service.Virtualizzazione del desktop significa potere trasferire tutta l’intelligenza applicativa sul server; per ciascun utente esiste un’immagine, un file che descrive il suo virtual workspace che il server mette a disposizione del singolo client. Una condizione che permette una ottimizzazione e una efficienza dell’ambiente client così come si è oggi riuscita raggiungere in ambiente server. Si pensi a un’azienda con migliaia di posti di lavoro. A seconda dei ruoli di ciascun utente potrà essere creato un desktop virtuale erogabile on demand sul terminale client. Ciò significa potere effettuare un provisioning dinamico dell’ambiente client e soprattutto un unico profilo uguale per tutti i dipendenti che assolvono un identico ruolo all’interno dell’organizzazione. Tutto ciò che oggi deve essere fatto ricorrendo a strumenti di desktop mangement, asset management lo si potrà fare in modo centralizzato.Il cambiamento che presuppone la virtualizzazione porta con sé un ulteriore fattore di possibile cambiamento: il client. In una ipotesi di questo tipo il client non necessariamente deve corrispondere a un Pc. Un thin client, un terminale di rete può tranquillamente diventare l’elemento funzionale a questo tipo di nuova architettura. E l’immagine del virtual desktop erogata dal server potrebbe avere un contenuto diverso da quello attuale. Non solo Windows-based, ma anche Linux-based. Ibm ha per esempio annunciato una sua proposta di desktop Linux virtualizzato, una iniziativa perfettamente allineata a contesti di utilizzo e fruizione delle applicazioni che mettono in discussione l’attuale nomenclatura tecnologica.

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