LE “KILLER COMMUNICATION” DI ALCATEL-LUCENT

alcatel 
All’interno dei Bell Labs le nuove frontiere riguardano sempre più software e applicazioni

di Andrea Mattei

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Lo scenario è quello agreste delle colline, una ventina di chilometri a sud di Parigi, dove, tra Nozay e Villarceaux, ha sede il principale dei centri di ricerca avanzata europei di Alcatel-Lucent (www.alcatel-lucent.com), ovvero quei Bell Labs che, con la fusione a fine 2006, hanno unito in una rete presente in più continenti i poli di eccellenza dell’americana Lucent e quelli della francese Alcatel. Circa 1.200 ricercatori sui 20mila scienziati e progettisti (più di settecento in Italia) che il gruppo ha in tutto il mondo. Nella campagna dell’Ile de France, sono 200 gli “innovatori” che sviluppano non solo i prodotti di domani, ma anche e soprattutto le idee che plasmeranno il futuro delle comunicazioni. Una comunicazione più sostenibile, vicina alla persona e, naturalmente, convergente.

Qui ci si occupa per esempio delle nuove frontiere delle comunicazioni ottiche e delle energie alternative – compreso un sistema ibrido solare, eolico, fuel cell – di alimentazione delle stazioni base delle reti mobili che ha appena ricevuto il premio per le tecnologie “green” della Commissione Ue. «Pensiamo che un quinto del mezzo milione di siti di antenne nel mondo nei prossimi anni potrebbe utilizzare sistemi di questo tipo. Il prossimo miliardo di utenti delle reti mobili starà in Paesi emergenti, spesso in zone dove non arriva la rete elettrica», dice Jean Luc Beylat, direttore dei laboratori francesi, che, ricorda, «sono a loro volta parte di un’organizzazione che nella sua storia ha ottenuto sette premi Nobel, tra cui l’ultimo, nella Fisica, nel 2009». Tradizione dei Bell Labs è aver sempre unito tecnologie “hard”, come quelle delle fibre ottiche, dei satelliti di comunicazione, dei sensori Ccd, con tecnologie “soft”, come l’Unix, il C++.

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Così, anche se qui, pochi mesi fa è stato stabilito un nuovo record di velocità nelle reti ottiche, infrangendo la barriera dei 100 Petabit per secondo per chilometro, le nuove frontiere riguardano sempre più software e applicazioni, in un ambiente di lavoro creativo “stile Silicon Valley”, compresi memo e post-it attaccati ai muri, dove prototipi di super–switch si mescolano con sperimentazioni di social networks scolastici. Si fa ricerca sulla sicurezza delle reti, per contrastare malware e botnets, e si lavora sul “Web semantico” o le forme integrate della comunicazione multimediale.

La prima applicazione che accoglie il visitatore nell’ampio spazio dimostrativo dà già il senso delle nuove prospettive. Si può vedere su un iPad come gli studenti dell’università texana di Abilene possano consultare le opere della Cambridge University Press in modo dinamico: non solo e-reader, ma anche la possibilità di interagire, annotare, partecipare a gruppi di discussione. Ma non si tratta dell’ennesima (oltre 100mila) applicazione per iPod / iPad. «L’iPad è solo uno dei dispositivi utilizzabili: l’applicazione risiede in questo caso sui server del provider: l’università, l’editore o una terza parte – spiegano nei laboratori -. Il nostro obiettivo è permettere lo sviluppo di applicazioni accessibili su più dispositivi e reti».

Alcatel-Lucent lavora su uno scenario che punta sulla convergenza tra comunicazione, informatica ed elettronica di consumo. «Occorreranno nuove architetture di rete, flessibili e scalabili, per sostenere un traffico crescente, con caratteristiche diverse, su reti fisse e mobili», spiegano a Villarceaux. Soprattutto si guarda a un nuovo modello di business, quello dell’“application enablement”, in cui sviluppatori di applicazioni e content provider possano portare più facilmente nuovi prodotti e servizi collaborando con i carrier e produttori di dispositivi – siano essi set-top box, smartphone, tablet, Pc – che, attraverso modalità cloud e interfacce applicative “aperte” possano convergere con reciproco vantaggio.

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La convinzione è che il settore si svilupperà e gli investimenti ci saranno, se si troverà anche un nuovo modello di business in cui non ci sia un asso prendi tutto, ma un ambiente aperto, basato sulla condivisione dei ricavi e la riduzione dei costi. Editoria, mobile advertising, social networking, ma anche le applicazioni di enterprise computing con i necessari livelli di sicurezza, saranno tra i nuovi driver della crescita.