CIO EVOLUTION – Campidoglio, il futuro è hi-tech

cio_ev_maggio10
«Il futuro sarà caratterizzato da servizi fruibili solo online, pertanto sarà necessario ripensare i processi per la loro erogazione e per renderli più snelli grazie alla tecnologia»


ll futuro del Comune di Roma (www.comune.roma.it) è all’insegna della tecnologia, dell’e-government, dell’interattività tra amministrazione e cittadini. Il dipartimento Risorse Tecnologiche – Servizi Delegati – Statistica, ha un ruolo determinante nelle tecnologie del Comune di Roma con la responsabilità della struttura Ict e dei Servizi Anagrafici, Elettorali e Statistici relativi a una popolazione di oltre 2.800.000 cittadini.


E’ infatti la struttura dell’Amministrazione dedicata all’Information & communication technology, che gestisce i progetti di e-government in linea con la crescente domanda di servizi informatici provenienti dall’organizzazione interna del Comune e cura l’implementazione della cooperazione applicativa dell’Amministrazione con gli altri Enti istituzionali e la comunicazione interattiva con i cittadini e il mondo delle imprese. Abbiamo discusso del valore strategico dell’Ict con Emilio Frezza, direttore del dipartimento Risorse Tecnologiche – Servizi Delegati – Statistica del Comune di Roma.



Qual è il contesto Ict del Comune di Roma?


Il Comune di Roma ha una struttura Ict molto complessa viste le dimensioni gestite; in particolare si caratterizza per un’infrastruttura di base che dispone di un data center, di 270 Local area network, di 15mila personal computer connessi in una rete dedicata che collega 200 sedi comunali e oltre 1.000 scuole. Tutti i personal computer hanno una casella di posta elettronica e l’80% può accedere a Internet. Ogni postazione di lavoro ha un telefono fisso (circa 15mila) connesso a un sistema di 160 centrali telefoniche dedicate.


Il Comune dispone di un portale con più di 155 milioni di visite annuali e un call center che supera i 5 milioni di chiamate per anno. La Polizia Municipale ha una rete radio dedicata con oltre 5mila terminali.


La governance del sistema Ict è assicurata da 120 risorse comunali (famiglia informatica) che coordinano le attività di gestione e sviluppo dei partner industriali. Con queste consistenze, tenendo presente il report annuale di DigitPa, il Comune di Roma è tra le prime dieci Pubbliche amministrazioni in termini di infrastrutture.

Leggi anche:  Nuova nomina in Netskope

Quali sono i progetti It realizzati che hanno avuto un grande impatto?


In analogia a molte amministrazioni, le maggiori energie sono state impiegate nell’informatizzazione del Comune e delle sue principali attività di back office quali, per esempio, gestione del personale (25mila dipendenti), contabilità, gestione dei tributi, gestione del territorio, scuole in rete, servizi anagrafici ed elettorali e così via. L’infrastruttura e i servizi esistenti consentono di programmare un futuro basato su servizi online per cittadini e imprese.


Quali sono le leve strategiche utilizzate dal Cio per governare la complessità informatica nel settore della Pa?


Il Cio mette le sue competenze a disposizione di tutte le strutture comunali (Dipartimenti e Municipi) e ritengo sia determinante la comprensione dei processi tecnico-amministrativi per proporre l’inserimento dei sistemi Ict a supporto delle attività operative. Una volta identificate le priorità, il Cio dispone della conoscenza delle basi dei dati, delle applicazioni esistenti e ne può tracciare l’evoluzione e, allo stesso tempo, può incidere in modo determinante sugli strumenti di comunicazione sia all’interno del Comune sia verso cittadini e imprese.


Il governo della complessità informatica è basato sul rapporto costante fra le risorse interne Ict e i partner industriali. E in questo settore molto si può migliorare. La Pubblica amministrazione e in particolare gli Enti locali sono nella fase di trasformazione dei processi per un progressivo inserimento dei servizi online a cittadini e imprese e il supporto proattivo delle aziende può essere un fattore di accelerazione. In ogni vendor Ict è presente un settore di marketing verticale dedicato al public sector che affianca le strutture tecnico commerciali e il suo ruolo, a mio giudizio, dovrebbe essere valorizzato proprio a supporto dei Cio. In tal modo le strategie di sviluppo potrebbero risultare da confronti reali delle esigenze di miglioramento dei processi comunali con le possibili soluzioni che la tecnologia, in uno scenario di globalizzazione dei mercati, mette a disposizione.

Leggi anche:  Mária Trnková nominata Chief Marketing Officer di ESET

L’Ict è una potente leva per la creazione di valore, quali sono gli strumenti e i processi da utilizzare?


Sono completamente d’accordo sulla grande potenzialità dell’Ict nella creazione di valore. Vorrei portare due esempi di trasformazione che stiamo vivendo nel Comune di Roma: la dematerializzazione e la certificazione online.


Il Comune gestisce 5,5 milioni di documenti ufficiali con un costo stimato per la gestione dell’intero ciclo documentale di 85 milioni di euro l’anno; dematerializzare il sistema di gestione documentale significa miglioramento dell’efficienza e risparmi nel ciclo di trattamento dei documenti: si eliminano i moltissimi archivi cartacei personalizzati, si accede in qualsiasi momento ai documenti con un semplice click, i dati non possono essere alterati e così via. Dal punto di vista ambientale si salveranno 22mila alberi. Il processo è in corso e verrà completato in 18 mesi.


Il Comune di Roma emette 1.713.000 certificati anagrafici l’anno attraverso 113 sportelli fisici distribuiti nella città. Il cittadino deve raggiungere gli sportelli attraversando il traffico di Roma, fa la fila nei momenti di punta e poi deve recarsi dal proprio richiedente per consegnare il certificato. Dal 16 marzo 2010 il servizio è completamente online ed è accessibile attraverso il portale del Comune. E’ un piccolo contributo dell’Ict a impiegare meglio il tempo a disposizione e a ridurre gli spostamenti dei cittadini.


Vi sono innumerevoli attività comunali che possono essere rese di facile accesso per il cittadino e le imprese, grazie all’Ict, creando valore. Ritengo che lo strumento principale sia l’osservazione dei bisogni della città e un preciso piano di priorità realizzative.


Dal suo punto di osservazione privilegiato quale pensa sia il futuro dell’It e quali i trend tecnologici più interessanti per l’innovazione di business?


Mi limito al pubblic sector nel quale opero e ritengo che la gran parte dei servizi oggi erogati dalla Pa sarà disponibile online. L’evoluzione e la disponibilità di terminali a costi molto contenuti sono driver di sviluppo determinanti; pensiamo agli smartphone che forniscono informazioni istantanee anche sulla base della nostra localizzazione e ai notebook che in pochissimo tempo sono entrati nelle abitazioni, sostituendo terminali di difficile gestione, il tutto in una nuvola di connettività wireless di servizi Wi-Fi e 3G. Pensando che questi terminali, sempre più potenti e di facile accessibilità, sono disponibili a moltissimi cittadini, i nostri processi per l’erogazione dei servizi andranno ripensati e resi più snelli grazie alla tecnologia. Il limite all’evoluzione sta soprattutto nel tempo necessario all’apprendimento dell’utilizzo dei nuovi strumenti che però, grazie alla sempre maggiore attenzione da parte delle aziende alla facilità d’uso dei terminali e delle applicazioni, sta drasticamente diminuendo.

Leggi anche:  ServiceNow: Fabio Spoletini è il nuovo Vice President Southern Europe, Middle East & Africa

 


——-


EMILIO FREZZA STORY


Emilio Frezza, direttore del dipartimento Risorse Tecnologiche – Servizi Delegati – Statistica del Comune di Roma, laureato in Ingegneria elettronica completa gli studi presso la Ssgrr dell’Aquila. Entra in SIP, oggi Telecom Italia, nel 1978 e ricopre ruoli di responsabilità crescente come leader della progettazione dei grandi utenti, responsabile della direzione business di Milano, direttore area vendite della divisione Business, responsabile della Lombardia. Nel 1997-1998 è vice direttore generale di TIM. Dal 1999 al 2001 partecipa allo start-up di Wind con la responsabilità di direttore Telco, coordinando, fra l’altro, le divisioni Consumer e Business ed è presidente di It-Net. E’ direttore vendite, marketing e progettazione di Albacom, oggi BT Italia, dal 2001 al 2004. Dal 1988 è stato membro di numerosi consigli di amministrazione di aziende Ict nazionali e internazionali in rappresentanza delle società di appartenenza. Da settembre 2004 ha operato presso il Cnipa come direttore dell’area infrastrutture che ha curato la realizzazione del Sistema Pubblico di Connettività (SPC) che è l’asset Ict di riferimento della Pubblica amministrazione. E’ stato componente di Idabc (Interoperable Delivery of Pan-European eGovernment Services to Public Administrations, Business and Citizens) presso la Comunità europea. Dal marzo 2009 è direttore del XIII Dipartimento del Comune di Roma.