Che aria tira?


Il 2010 si chiude con segnali misti: la ripresa si è manifestata solo in parte e l’Europa si conferma come l’area più debole. Continua la pressione sulle telecomunicazioni, in attesa delle nuove reti, mentre l’It ricerca ancora nuovi modelli

C’è la ripresa? E se c’è, dov’è? Il passaggio di Leo Apotheker da SAP ad HP è forse, a suo modo, un segno dei tempi, a cominciare dall’arrivo di un manager europeo al vertice di uno dei pezzi da quattrocento del settore. L’azienda tedesca è l’ultimo vero grande nome dell’It europeo a competere per una leadership, ma da tempo le viene rimproverato, chissà se a torto o a ragione, uno scarso dinamismo, malgrado acquisizioni di peso, ma nello stesso orto. HP è la blue chip del settore che più è cambiata nel decennio (ok, attendiamo Oracle alla “prova finestra”). Al di là delle considerazioni sul software, “anello mancante” della casa di Palo Alto, lo spostamento è sintomatico.

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Il trend non privilegia l’Europa e il “best of breed” sembra lasciare lo spazio al “global power”. In altre parole: se dieci anni fa sembrava vincere la specializzazione, oggi la chiave è sempre più il controllo del cliente con un’offerta integrata e, per quanto possibile, semplificata.

L’It dà segni di ripresa, ma la vecchia Europa non sembra esserne ancora investita. Lo si vede nell’It e anche nelle telecomunicazioni, dove il segnale prevalente è quello della calma piatta. L’Asia continua a cavalcare i suoi formidabili motori e quindi a riportare tassi di crescita in doppia cifra; negli Usa la ripresa, anche se cautamente, si manifesta, ma Gartner per l’area Emea prevede ancora un 2011 di calma piatta dopo due anni di quello che qualifica come un declino. In teoria, l’effetto molla, cioè il rinnovo del parco dopo la dieta ferrea degli ultimi 12-18 mesi, dovrebbe aver rimesso in moto la macchina, ma non sempre le cose stanno così. L’hardware sta tornando a essere per questo motivo, e in controtendenza, il segmento più dinamico: l’unico realmente in crescita in Europa Occidentale, dicono gli analisti. Ma prendiamo uno degli indici più diffusi, quello delle vendite (in unità) dei Pc: nel terzo trimestre, secondo IDC, le vendite sono aumentate globalmente dell’11%, con un modesto +3,8% per gli Usa e un più robusto +10,5% in Emea, ma con una crescita zero in Europa Occidentale e del 43,2% in Europa centro-orientale; crescita sostenuta anche in Medio Oriente e Africa.

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Chi sale e chi scende

Tra i vendor, hanno ridotto le quote quelli più esposti sui mercati statunitense ed europeo (quindi HP e Acer), mentre ne hanno conquistate quelli più presenti in Asia, come Lenovo, che ha aumentato le vendite in dollari del 50% (utile netto di 82 milioni). Restano ferme le vendite di Acer, mentre IBM – che, come ricorda Sam Palmisano, grazie al cielo «è uscita dal business Pc quando era ancora possibile trovare un acquirente» – a sua volta ha aumentato i ricavi del 3%, spinta questa volta dai redivivi sistemi (+10,4%). Grazie a minori costi e meno tasse l’azienda ha accresciuto l’utile netto dell’11,7%.

HP ha concluso il trimestre (il quarto del suo esercizio) a fine ottobre con ricavi e utili in aumento rispettivamente dell’8 e del 5%, sulla spinta questa volta dell’hardware (server, storage stampanti e anche Pc), dopo due trimestri in crescita a due cifre, ma questa volta deve scontare il rallentamento del mercato consumer, mentre cresce quello delle aziende. Sempre nei sistemi, EMC capitalizza sulla incessante fame di dati e riporta un aumento dei ricavi del 20% e degli utili del 58%, con una marginalità netta sopra l’11%. Per Oracle, che ha incorporato Sun Microsystems, i ricavi crescono del 48% (a 7,5 miliardi), che a parità di perimetro si traducono in un +14% per il software e un +18% per i servizi, mentre l’utile netto sale del 20%. Per la rivale SAP, che ha comprato Sybase, una delle rivali storiche di Oracle, i ricavi trimestrali salgono del 20% (a 3 miliardi di euro) e gli utili netti del 12% (a 501 milioni). Senza Sybase, i ricavi sarebbero cresciuti del 15%. Sempre nel software, Microsoft, alle prese con uno splendido passato e un futuro forse da ridisegnare, incasella intanto un presente da record con incrementi dei ricavi e dell’utile netto rispettivamente del 25% e del 51%, che escludendo gli spostamenti dovuti ai “pre-acquisti” di Windows 7 sarebbero stati rispettivamente del 13 e del 16%.

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Le Tlc confermano la debolezza europea

Insomma, nell’It, soprattutto al di fuori dell’Europa, sono tornati i raggi di sole. Ma quanto durerà? Gli indici più recenti sulle vendite di chip per Pc dicono che la corsa sta forse rallentando. Cisco, che pure ha riportato un terzo trimestre in crescita a due cifre, ha gelato i mercati parlando di un quarto trimestre 2010 – quello in corso – con crescita debole. Tendenze che, in definitiva, sono simili a quelle più generali del mercato delle telecomunicazioni che, se vede una ripresa “furiosa” nei cellulari e smartphone, ancora fatica nelle reti e doppiamente fatica quando si tratta dell’Europa. È una flessione, si sono domandati gli osservatori, che riguarda solo l’azienda californiana che non riesce ancora a far fruttare le sue acquisizioni miliardarie degli ultimi tempi destinate alle nuove tecnologie e servizi “over the top” sulle reti di comunicazione veloci, o si tratta dell’anticipazione di una frenata collettiva?

La numero uno delle Tlc, Ericsson, che ha acquisito attività mobili da Nortel, ha riportato aumenti delle vendite del 2%, che sono però del 6% nelle sole infrastrutture di rete. Nokia Siemens Networks cresce del +7% nelle reti e riduce sensibilmente le perdite. La franco-americana Alcatel-Lucent ha riportato vendite in aumento del 10,5% (a 4,1 miliardi di euro) e passa dalla perdita dello scorso anno a un utile trimestrale di 25 milioni (61 milioni quello rettificato). Ericsson e Alcatel-Lucent hanno un elemento in comune: la forte crescita delle attività nel mercato Usa (addirittura triplicato per Ericsson con l’acquisizione delle attività di Nortel), oltre che un robusto incremento in Cina, mentre l’Europa resta piatta e tendenzialmente in calo (soprattutto per il gruppo svedese).

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Le Tlc sembrano restare l’anello debole della catena Ict e i conti dei maggiori player tra gli operatori in Italia vedono prevalere il segno meno nei ricavi con una preoccupante regolarità, proprio mentre i volumi continuano a crescere velocemente, al punto che prima o poi ci si dovrà chiedere come questi due trend possano continuare a divergere. Anche qui, i grandi progetti delle reti, fisse e mobili, sembrano interessare assai più il Nord America e l’Asia Pacifico, dalla Cina all’Australia, al Giappone, che non l’Europa alle prese con patti di stabilità, crisi nazionali e generalizzati tagli di spesa.

Occhi puntati a questo punto sul 2011. Avremo ripresa vera? I grandi fattori di trasformazione oggetto del dibattito degli ultimi anni si chiamano cloud e virtualizzazione: formalmente due strade per ridurre i costi. Molte delle attese sono ora rivolte ai nuovi meccanismi di accesso alle informazioni e alle applicazioni: le “Apps” che dovrebbero sottrarre il posto in prima fila a Pc e Web. Ma basterà tutto questo? In un anno, anche i prodotti del momento, i netbook, hanno smesso di crescere, “spiazzati” dall’effetto tablet che ovviamente si porta dietro un nuovo paradigma, diverso da quello di Microsoft. Una sola cosa è certa: il settore è alla ricerca di idee. Idee che siano chiare, possibilmente semplici e per questo forti.