Il Riscatto. L’Italia e un nuovo piano per lo sviluppo.

“Il Riscatto” è il titolo del libro in forma di dialogo scritto tra Nani Beccalli Falco, presidente e CEO di General Electric Europe and North Asia, e Antonio Calabrò, senior vice president cultura di Pirelli e direttore della Fondazione Pirelli. Quale sarà il riscatto dell’Italia e della sua industria davanti alla competizione internazionale? E chi pagherà il prezzo? Non c’è colpa senza riscatto. E non c’è riscatto senza prezzo. La posta in gioco è altissima e si chiama futuro. «Se il Paese non si riscatterà da vecchi e nuovi mali – spiega Antonio Calabrò – pagheremo tutti moltissimo. Mi piacerebbe pensare che il peso delle riforme necessarie pesasse di più, ma molto di più, sulle spalle di tutti quelli che hanno evaso il fisco, lucrato sulle tangenti e malgovernato il Paese». Antonio Calabrò, non si può considerare un cinico del mestiere nell’accezione di Rysard Kapuscinnski, prestato alle regole della comunicazione d’impresa. Nel libro “Il Riscatto” (edizioni Ube, 2012) si ritrova lo stesso spirito di speranza, con cui si chiude un altro bel libro di Antonio Calabrò, dal titolo “Cuore di cactus”. «Il riscatto è un atteggiamento per riconoscere che la crisi è insieme pericolo e opportunità e porta in sé pure le ipotesi di uscita». Le risorse ci sono, ma che cosa è mancato? «E’ mancato il Paese come sistema – spiega Calabrò – sono mancate le riforme della pubblica amministrazione, la formazione, la giustizia civile e amministrativa, il sistema tributario, insomma, quello che rende competitivo il sistema produttivo». La chiave per uscire dalla crisi? «Rimodernare l’industria e combattere gli ostacoli agli investimenti internazionali». L’Italia attende un riscatto dai pericoli di marginalità e dai limiti di una politica dallo sguardo corto. Un riscatto per una nuova, orgogliosa stagione economica.

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