Cloud computing: forma o sostanza?


Sostanza, rispondono le aziende che hanno animato la dodicesima edizione del Forum IT organizzato dalla società di comunicazione Grandangolo

 

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Spesso, quando sul mercato si affacciano nuovi paradigmi, le reazioni sono diverse e contraddittorie: entusiasmo, scetticismo, resistenza… Il Cloud computing non fa eccezione. Le luci, però, superano le ombre, almeno stando alle testimonianze delle sette aziende che hanno animato la dodicesima edizione del Forum IT, un momento di incontro e confronto organizzato dall’agenzia di relazioni pubbliche Grandangolo Communications (www.grandangolo.it). Anche quest’anno, alla manifestazione, svoltasi nella prestigiosa cornice di Lido di Camaiore, erano presenti tutti gli anelli della filiera ICT: hardware e software vendor, distributori, Var e system integrator, per cui il quadro emerso rappresenta uno spaccato abbastanza verosimile della situazione reale italiana, in cui, non dimentichiamolo, migliaia di imprese combattono ogni giorno per incrementare la propria produttività al fine di restare competitive in un mondo sempre più globalizzato, dove le tradizionali dinamiche di business stanno subendo trasformazioni profonde. Per venire incontro a queste nuove esigenze anche l’offerta di chi opera nel mercato ICT deve cambiare, mettendo a punto nuovi modelli in grado di migliorare l’efficienza dei sistemi informativi, incrementarne la redditività e, nel contempo, ridurne i costi. Una missione quasi impossibile, che la “nuvola”, però, può fare diventare realtà. Come? In tanti modi. Secondo Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante (www.axiante.com), focalizzandosi sulle Cloud private, visto che le aziende per ora stanno pensando di portare negli spazi pubblici solo poche applicazioni, come la posta elettronica o le conferenze via Web, mentre preferiscono mantenere all’interno del perimetro aziendale tutto ciò che è mission critical. Secondo Paolo Lossa, regional manager di Brocade Italia (www.brocade.com), puntando sullo sviluppo di tecnologie sempre più agili e flessibili, in grado di consentire all’IT di rendere disponibili servizi innovativi pressoché in tempo reale, sia agli utenti interni che a quelli esterni. Alessandro Peruzzo, presidente di Peruzzo Multimedia Company (www.peruzzo.com), ritiene che, anche in tema di Cloud, lo scouting resti fondamentale: ecco perché è stato scelto proprio il Forum per annunciare l’acquisizione della rappresentanza per l’Italia di Doubletrace ePe (www.doubletrace.com), una suite software sviluppata in Svezia che impedisce l’archiviazione di contenuti illegali su qualsiasi tipo di device aziendale e regolamenta la navigazione in Internet e l’installazione dei software non autorizzati. Giuseppe Belardinelli, amministratore delegato di Mauden (www.mauden.com), concorda con Scaccabarozzi sul fatto che per ora in Italia si stia lavorando soprattutto alla realizzazione di Cloud private, implementando architetture virtualizzate e automatizzate che abilitano l’erogazione delle applicazioni sotto forma di servizio attraverso la intranet aziendale, anche perché vi sono ancora parecchi punti controversi dal punto di vista legale per quanto riguarda le Cloud pubbliche, a cominciare dalle diatribe legate alla residenza fisica dei dati. Chi cavalca con successo l’onda del Cloud già da anni, come Domenico Fusco, direttore vendite Italia di Panda Security (www.pandasecurity.com), ritiene che offrire servizi – nel caso specifico servizi di security – nel Cloud rappresenti un modello vincente sia per gli utenti finali, che non devono più preoccuparsi delle complessità tecnologiche, sia per gli operatori di canale che possono offrire ai propri clienti nuovi servizi ad alto valore aggiunto. Nel mirino di Riverbed (www.riverbed.com/it), invece, ci sono sia Cloud private che pubbliche e ibride: lo conferma Albert Zammar, regional manager per Italia, Grecia, Cipro e Malta, che ritiene la strada ormai tracciata: l’eliminazione di molti server e servizi locali, grazie anche all’ottimizzazione del traffico Wan, è ormai un dato di fatto e non si potrà che continuare in questa direzione. L’unica donna del panel, Piera Loche, managing director di Zycko Italia (www.zycko.it), si è soffermata infine sugli aspetti culturali legati al Cloud: le tecnologie ormai ci sono, ha detto, bisogna imparare a usarle, partendo naturalmente dalle specifiche esigenze di ogni singolo cliente, ed è proprio nel supportare la trasformazione dei dealer da puri fornitori di tecnologia a consulenti che un Vad come Zycko si esprime al meglio.

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