Moda e sostanze tossiche, altre sei aziende italiane con Greenpeace

La moda italiana è con Greenpeace, no alle sostanze tossiche nei tessuti

Ultimo giorno di sfilate a Milano con la Moda Donna e Greenpeace annuncia che sono ben sei, dopo Valentino Fashion Group, le grandi firme della moda italiana che hanno sostenuto il progetto “Detox”, impegnandosi a non utilizzare prodotti chimici nella produzione dei propri capi

Oggi hanno risposto positivamente all’appello anche il gruppo Miroglio, Berbrand, Tessitura Attilio Imperiali, Italdenim, Besani e Zip.

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Dal punto di vista produttivo, l’associazione ambientalista calcola che questo impegno influirà direttamente o indirettamente su 70 milioni di capi di vestiario all’anno. Greenpeace porta a casa un grande risultato, che prevede non solo l’impegno da parte delle grandi aziende della moda italiana ad adottare lavorazioni non tossiche in futuro, ma anche la pubblicazione di quanto fatto finora in quest’ambito. Un passo significativo da parte di Greenpeace, che lo scorso gennaio aveva già denunciato la presenza di sostanze chimiche nei vestiti dei bambini prodotti dalle grandi case di moda.

Un impegno importante

«L’impegno di queste aziende ci dimostra come una moda senza agenti nocivi sia possibile e alla portata del mercato» ha detto Chiara Campione, responsabile del progetto per conto di Greenpeace.

«I tessuti e gli accessori prodotti da queste filiere – ha aggiunto – saranno utilizzati anche da quei marchi del lusso che continuano ad ignorare l’impatto che i loro vestiti hanno sull’ambiente e sulla salute di tutti noi. Cosa aspettano Versace, Gucci, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana a passare dalla parte di coloro che garantiranno al pianeta e alle nuove generazioni un futuro libero da sostanze tossiche?».

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