Neonatologia hi-tech, un robot per aiutare i neonati prematuri

Neonatologia hi-tech, il robot infermiere per aiutare i bebè prematuri

Si chiama «Il robot e la carezza», il progetto realizzato alla clinica Mangiagalli di Milano, che ha introdotto da un anno il lavoro di un robot-infermiere che prepara i farmaci ai bambini del reparto di Neonatologia

A presentare l’iniziativa è un campione olimpico, Alex Zanardi:

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

«Un bambino nasce piangendo. Qui fanno di tutto per fargli emettere quel suono, strappare la voce al silenzio e portarla al pianto, permettendo al piccolo di respirare in autonomia».

L’unico robot in Italia

Così Zanardi commenta il progetto realizzato dal reparto di Neonatologia e di terapia intensiva neonatale della clinica Mangiagalli, diretta dal professor Fabio Mosca.
A partire dalla prescrizione medica, il robot riempie la siringa della medicina da somministrarsi per via endovenosa ai piccoli usciti prematuramente dall’utero; si parla di neonati che pesano appena 600 grammi.

Questo robot infermiere è unico in Italia ed è il frutto di un importante lavoro sinergico tra fondazione Vodafone e fondazione Ca’ Granda Policlinico, in collaborazione con Aistmar Onlus. L’infermiere hi-tech costa 350 mila euro, ma il suo lavoro è preziosissimo perché consente agli infermieri di dedicarsi ai piccoli, elargendo coccole e carezze, anche 50 volte al giorno.

«Curiamo i neonati a rischio con 125 mila terapie in un anno, mentre la macchina svolge il suo ruolo 24 ore su 24» ha spiegato Fabio Mosca.

Più spazio al contatto umano

Questo robot, di cui esistono altri dieci esemplari al mondo, costruiti dall’azienda italiana Health Robotics, lasciano ai medici la possibilità di dedicarsi attraverso il contatto umano ai nati prematuri con le giuste attenzioni necessarie a consentire al bambino di emettere il suo primo vagito, dandogli un’esistenza autonoma.
«Fiducia e coraggio sono le forze con cui il privato deve sostenere il pubblico, quando non ce la fa a camminare da solo» ha detto Saverio Tridico, direttore Public & legal affairs di Vodafone.
La terza parte di cui si compone il progetto è la nutrizione. Il centro nutrizionale sarà quindi il terzo passaggio che mira a diventare un punto di riferimento per la diagnosi e la cura di molte patologie complesse inerenti al cibo.

Leggi anche:  Nello Spazio la prima stampante 3D per il metallo