Insulti su Facebook, si rischia il carcere da 3 a 6 anni

Insulti su Facebook, si rischia il carcere da 3 a 6 anni

A sentenziarlo è la Cassazione, che si è espressa su un tema caldo, quello degli insulti sui social network. Ora è ufficiale: le querele per diffamazione su Facebook possono portare in carcere

Anche senza menzionare una persona specifica, secondo la Corte di Cassazione l’insulto è comunque reato.  La sentenza, attesa per il 28 aprile, è giunta nei giorni scorsi. La questione era emersa con una querela del 2010: una donna, separata dal marito, aveva accusato l’ex coniuge di averla insultata sul social network. Un procedimento che all’inizio era stato affidato al giudizio del giudice di pace di Roma, che però si era dichiarato incompetente in materia.

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Diffamazione aggravata

La diffamazione su Facebook era aggravata dal mezzo della pubblicità, per cui a esprimersi doveva essere il Tribunale. Facendo leva su questo punto l’avvocato difensore dell’ex marito aveva sollevato il conflitto di competenza, sottolineando che non era possibile equiparare Facebook a un blog o a un quotidiano online, in quanto non visionabile da chiunque tramite Internet. Il collegio ha accolto le argomentazioni dell’avvocato e trasmesso gli atti alla Corte Suprema per risolvere il conflitto. E’ di pochi giorni fa la comunicazione della sentenza definitiva, che ha stabilito che per gli insulti su Facebook si rischiano da 3 a 6 anni di reclusione. La diffamazione via social network è infatti stata considerata come aggravata dal mezzo della pubblicità, con la conseguenza che la pena da applicare può essere il carcere.

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