Sparare ai droni? Non è reato

Lo ha stabilito un giudice negli Stati Uniti che ha dovuto esprimersi su un gesto insolito ma che in futuro potrebbe riguardarci tutti

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Chiunque abbia un drone, anche di quelli piccoli domestici, conosce il rischio di perdere il controllo e farlo finire un po’ ovunque, magari anche nel giardino del vicino. Solo che non sempre chi abita alla porta accanto è così gentile da andare a recuperare il drone e riconsegnarlo come nulla fosse, così come si fa con i bambini quando giocano a calcio. Potrebbe infatti capitarvi di andare a ritirare il giocattolino e vederlo giacere sotto numerose pallottole, proprio come è successo a David Boggs, cittadino del Kentucky.

Il fattaccio

Lo scorso luglio l’appassionato di droni stava facendo svolazzare l’apparecchio qualche metro sopra la propria casa, confinante con quella di William Merideth. Quando le figlie di quest’ultimo, che stavano prendendo il sole in giardino, si sono accorte di un drone nelle vicinanze, sono andate a riferirlo al padre, che non ha esitato nel prendere dal cassetto una pistola e sparare al velivolo con l’ammissione di dover difendere la propria privacy e quella dei famigliari. Dopo essere stato arrestato dalla polizia, ieri l’uomo è stato scagionato grazie alla decisione del giudice Rebecca Ward di Bullit County che spiegato come l’uomo avesse il diritto di sparare al drone, anche se non si trovava direttamente sul suolo altrui ma in grado di spiare con il suo occhio la vita del vicino. E’ stato appurato infatti che la macchina volante di Boggs si trovava sulla linea di confine del giardino altrui, ma ciò non è bastato per accettare l’accusa mossa contro Merideth. Vista l’altezza e la direzione del mezzo, è chiaro che si tratti di invasione della privacy, almeno nel Kentucky.

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