Fedora 23 è disponibile e sottolinea il successo di Fedora.next

Il primo anno del nuovo modello del Fedora Project porta nuove edizioni e innovazioni significative alla distribuzione Fedora

Fedora Project, progetto di collaborazione open-source guidato dalla community e sponsorizzato da Red Hat, ha annunciato la disponibilità generale di Fedora 23, andando così a consolidare il primo anno di release di Fedora condotte seguendo l’iniziativa Fedora.next. Sotto questo modello, che definisce la fase di pianificazione complessiva del Fedora Project per la prossima decade, il sistema operativo Fedora è stato suddiviso in tre edizioni distinte per ogni release – Fedora Workstation, Fedora Server e Fedora Cloud – ognuna con un ruolo differente per gli utenti finali.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’adozione del modello Fedora.next ha aiutato il team del Fedora Project a rispondere in modo più efficace alle differenti esigenze di una base utenti articolata, che comprende utenti desktop e sviluppatori, ma anche cloud administrator e utenti di datacenter corporate. Non limitato a poche caratteristiche, il modello Fedora.next ha portato anche diversi miglioramenti operativi al Fedora Project, permettendo di ottenere:

  • Diversi cicli di release nell’ambito del sistema operativo Fedora, senza necessità di creare un downstream fork, come evidenziato dalla cadenza quindicinale delle release di Fedora Atomic Host
  • Le tre edizioni permettono di delineare più chiaramente le funzionalità, aiutando i team di release engineering a portare gli aggiornamenti dal sistema di build agli utenti in metà tempo.

Fedora 23

La versione più recente del sistema operativo, denominata Fedora 23, porta versioni aggiornate e migliorate delle tre edizioni di Fedora, tutte costruite su un set di pacchetti base, che comprende versioni aggiornate del kernel Linux, RPM, systemd, DNF e Anaconda. Una novità di Fedora 23 è la “hardenizzazione” di questi pacchetti grazie all’utilizzo di compiler flag, per contribuire ad evitare corruzione, buffer overflow ed altre possibili vulnerabilità.

Tra i miglioramenti apportati alle edizioni di Fedora 23, vi sono:

  • Fedora 23 Server riceve un nuovo ruolo nel servizio di rolekit, sotto forma di un cache server per applicazioni web, via memcached, che porta il numero totale di ruoli a tre, assieme a domain controller e database server. Ulteriori miglioramenti riguardano la possibilità di usare il rolekit dal kickstart di Anaconda, un cluster dashboard per Kubernetes e il supporto all’autenticazione di chiavi SSH.
  • Fedora 23 Workstation offre una preview di GNOME 3.18, oltre a cambiamenti all’applicazione software (che le permettono di aggiornare il firmware) e a Wayland, questi ultimi con l’obiettivo di rendere Wayland il server grafico di riferimento nelle future release.
  • Fedora 23 Cloud non mostra migliorie radicali, ma una serie di aggiornamenti mirati ad erogare un’immagine più flessibile e sicura per implementazioni cloud-based. Inoltre, Fedora 23 Cloud sarà con ogni probabilità la base del prossimo Fedora 23 Atomic Host, che avrà presumibilmente una cadenza quindicinale di aggiornamento delle release, d’ora in avanti.

“Due anni fa, il Fedora Project ha lanciato l’iniziativa Fedora.next, che ci ha aiutato a comprendere meglio di cosa sarebbe servito per riuscire per i prossimi dieci anni a mantenersi al passo con un panorama tecnologico in continua evoluzione, nel quale cloud computing e sviluppo open source giocano un ruolo sempre più importante nello scenario IT”, spiega Matthew Miller, Fedora Project Leader. “Il sistema operativo Fedora doveva essere più flessibile e più mirato e, lo scorso anno, abbiamo rilasciato la prima distribuzione di Fedora articolata su tre edizioni separate, destinate agli utenti nel cloud, a quelli nella server room e a quelli che cercano una piattaforma desktop. Il rilascio di Fedora 23 sottolinea i successi significativi di questa iniziativa, tra cui la realizzazione di queste tre edizioni distinte oltre a miglioramenti apportati all’infrastruttura per aiutare la nostra comunità a consolidare la leadership di Fedora tra i sistemi operativi open source.”