Altro che geni, è l’LSD il motore della Silicon Valley

Una ricerca di Rolling Stones mette in risalto l’abitudine di utilizzare piccole dosi di allucinogeni per stimolare la creatività

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C’è chi utilizza ancora il caffè per mantenersi sveglio e brainstorming interminabili per tirar fuori dalle riunioni un progetto valido. In California però hanno un metodo diverso, forse più efficace ma anche pericoloso: l’LSD. Stando ad una ricerca dell’edizione americana di Rolling Stones, nella Silicon Valley non è così raro assumere piccole dosi dell’allucinogeno per stimolare la creatività e aprire la mente a idee e mondi paralleli che possono nascondere sorprese e segreti. Come scrive il giornale, Ken (nome inventato ndr) è uno dei nuovi professionisti della Silicon Valley che assume microdosi di sostanze psichedeliche, sia nel tempo libero che, occasionalmente, in ufficio. “Ho avuto una giornata epica – ha detto alla rivista ricordando una di quelle occasioni – ho venduto un sacco di roba, parlato con tanta gente e trovato soluzioni per vari problemi tecnici”.

Lucy in the Silicon valley with Diamonds

Quello che si intende per microdose è circa un decimo di quando gli esperti prendano normalmente di LSD, 0,2 o 0,5 grammi. Secondo Rick Doblin, fondatore e direttore della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, quanto basta per sentir arrivare una certa quantità di energia ma non così tanto per avere un “trip” e sballarsi del tutto. Di parere diverso invece Matt Johnson, che in primavera aveva spiegato a Vice i pericoli dell’assunzione di tali droghe: “Nonostante il rischio in passato sia stato sopravvalutato, non possiamo dire che non si può essere danneggiati dalle sostanze psichedeliche”.

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