Craig Federighi di Apple: “L’Fbi vuole riportare la sicurezza indietro di 3 anni”

apple craig federighi privacy

Il dirigente di Apple, Craig Federighi, accusa l’Fbi di voler riportare la sicurezza agli standard di 3 anni fa

Craig Federighi, Vice President of Software Engineering di Apple, ha voluto difendere la posizione dell’azienda di Cupertino sulla questione dello sblocco dell’iPhone 5C di uno dei terroristi di San Bernardino. In una lettera al Washington Post, il manager della Mela ha accusato l’Fbi di voler riportare la sicurezza IT indietro di diversi anni, mettendo a rischio la privacy di milioni di utenti.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

“L’Fbi vuole spostare indietro le lancette della sicurezza a standard già violati dagli hacker. Non possiamo cedere a chi vuole fare passi indietro nella tecnologia e provocare il caos. Vuol dire mettere tutti a rischio”, scrive Federighi. Nello specifico il dirigente di Apple afferma che il bureau vorrebbe che l’azienda di Cupertino adottasse gli standard di sicurezza di iOS 7 vecchi di 3 anni. Inoltre, Federighi ha sottolineato che la Mela ha investito molto tempo e risorse nel rendere più efficienti i suoi sistemi di protezione e sarebbe ipocrita da parte sua fare un passo indietro.

“Il sistema di crittografia installato sull’attuale iPhone rappresenta la migliore sicurezza per i dati degli utenti. Questa protezione – spiega il manager – non solo mette al riparo da un accesso non autorizzato ai dati personali, ma è anche una importante linea difensiva contro quei criminali che cercano di immettere virus malevoli per usare un dispositivo e accedere a informazioni finanziarie, di pubblica utilità e delle agenzie governative. L’Fbi vuole che creiamo un software speciale che bypassi le protezioni, creando intenzionalmente una vulnerabilità che potrà essere sfruttata da hacker e criminali”.

Leggi anche:  Cybersecurity: record assoluto di attacchi tra aprile e giugno. La PA migliora in sicurezza informatica

La questione San Bernadino sembra comunque si risolverà a favore di Apple. L’azienda di Cupertino ha ricevuto il sostengo dell’Onu e l’Fbi ha ufficialmente ammesso che se avverrà lo sblocco dell’iPhone del terrorista è probabile che verranno avanzate anche altre richieste dello stesso tipo, aspetto negato fino a qualche tempo fa dal bureau. Inoltre, un giudice di New York ha confermato che il governo non può imporre ad Apple lo sblocco di uno dei suoi smartphone in un caso riguardante un presunto trafficante di droga.