Waymo presenta il primo servizio di taxi con self driving car

In Germania veicoli completamente autonomi in strade pubbliche dal 2022

Waymo, azienda di proprietà di Google che si occupa di self driving car, ha avviato la sperimentazione di un servizio di taxi senza conducente

Google ha dato una brusca accelerata allo sviluppo delle sue self driving car. Waymo, l’azienda alle dipendenze della holding Alphabet, ha presentato il primo servizio di ride sharing che sfrutta le automobili senza conducente con il programma Early Rider Program, confermando così i rumors dei giorni scorsi. La piattaforma è attiva in tutta l’area metropolitana di Phoenix e permette di utilizzare le vetture esattamente come se fossero taxi ma senza alcun costo. L’obiettivo di Google non è infatti quello di guadagnare ma di testare su strada le proprie autonomous car e la risposta degli utenti a questa tecnologia.

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“Nel corso della sperimentazione, accetteremo centinaia di persone con i più svariati background e con diverse esigenze di trasporto, che vorranno salire a bordo e fornirci i loro pareri a proposito delle self-driving car di Waymo. – si legge sul sito dell’azienda – Anziché offrire solo uno o due spostamenti, l’obiettivo del programma è quello di consentire ai partecipanti l’accesso quotidiano alla nostra flotta, per andare ovunque e in qualsiasi momento, spostandosi all’interno di un’area grande circa due volte la città di San Francisco”.

Google per questa sperimentazione ha deciso di utilizzare sia Lexus RX450H sia i minivan ibridi Chrysler Pacifica, entrambe modificate con i sistemi di guida autonoma. Per garantire il massimo livello di sicurezza, Big G ha inoltre previsto che a bordo di ogni vettura ci sia un tecnico specializzato che controlli il corretto funzionamento di tutti gli apparati. Con l’Early Rider Program è stata inoltre annunciato un potenziamento della flotta dei veicoli forniti da Fca. Altre 500 Pacifica si andranno ad aggiungere alle 100 vetture che già circolano sulle strade californiane.

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Google ha quindi lanciato ufficialmente il guanto di sfida a Uber e l’ha anticipata per quanto riguarda il ride sharing con le self driving car. In realtà l’app di ride sharing ha altri pensieri per la testa. Google l’ha accusata di aver rubato informazioni confidenziali sui suoi sistemi di guida autonoma ma gli scandali non finiscono qui. L’app ha rischiato la cancellazione da App Store per aver spiato gli utenti iOS in modo inappropriato e recentemente ha rischiato il blocco totale in Italia.