Miniera d’oro Spotify: adesso ha 140 milioni di utenti

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Una crescita di 100 milioni rispetto allo scorso anno con quasi il 40% paganti. Dietro l’angolo maggiori strategie per convertire i free-user

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Se serviva ancora un motivo per confermare il successo della musica in streaming eccolo: Spotify è passata da 40 a 140 milioni di utenti attivi sulla sua piattaforma in circa un anno. Una crescita costante e destinata a continuare, di pari passo con l’aumento dei dispositivi adibiti all’ascolto dentro e fuori le mura domestiche, come gli speaker connessi. Stando agli ultimi dati resi noti dalla compagnia, dei 140 milioni di iscritti sono più o meno 50 milioni quelli paganti, ovvero che hanno sottoscritto un abbonamento da 9,99 euro al mese oppure fanno parte dei gruppi famiglia, con cui godere di tutte le funzionalità premium con un canone di 14,99 euro totali mensili. A conti fatti si tratta di circa il 37% sul totale, anche qui un salto in avanti notevole visto che la precedente rilevazione parlava del 25% di paid user.

Si comincia gratuitamente

Come era logico aspettarsi, Spotify ha confermato come gli early adopters preferiscano fruire di un certo periodo in modalità gratuita prima di sottoscrivere un abbonamento, giusto per capire se il servizio fa davvero al caso loro. Circa l’80% delle persone cominciava infatti così un paio di anni fa anche se con il tempo la compagnia ha messo in atto strategie votate a ridurre la percentuale, aumentando quella delle conversioni quasi immediate. Non a caso, nel futuro dello streaming più seguito potrebbe esservi la possibilità di godere delle ultime uscite degli artisti più famosi solo in qualità di utente premium, dunque pagante, altrimenti si dovrà attendere prima di ascoltare in modalità shuffle i nuovi album. Il limite, per chi utilizza il servizio quotidianamente, potrebbe essere una spinta notevole verso il canone, assieme alla possibilità di gestire in totale libertà le playlist, scaricando in offline i brani preferiti e senza doversi sorbire pubblicità periodiche.

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