Da start-up a scale-up, Teamleader arriva in Italia

L’omonima piattaforma per le PMI approda nel nostro paese dopo un’escalation di successi nei principali mercati europei. “Puntiamo tutto su dedizione e passione”

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Approcciare il mercato globalmente, tenendo presente le differenze tra i singoli paesi. Questo è l’incipit che ha guidato l’ingresso di Teamleader in Italia, compagnia belga che opera in Europa già dal 2012. Di cosa si occupa? Principalmente di supportare la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, attraverso la piattaforma SaaS omonima che prevede anche un marketplace dove gli sviluppatori possono pubblicare i loro progetti e monetizzare da questi, tramite uno store aperto e a disposizione di tutti i clienti.

A dare il via all’avventura italiana è Sara Morandini, Country Manager per il nostro paese, con un passato in Microsoft e un gruppo di giovani risorse con tanta voglia di aiutare le PMI locali ad abbracciare la trasformazione digitale che, sembrerà strano, è ben lontana dall’aver coinvolto tutte le realtà presenti a livello nazionale.

Quattro pilastri

“Quello che offriamo è una soluzione pensata sin dall’inizio per le piccole aziende – spiega Morandini – a differenza di ciò che avviene per i grandi player, che scalano progetti più ampi a esigenze minori, non sempre rispondenti alle concrete necessità degli utenti. Il cuore centrale di Teamleader è un ecosistema che comprende un modulo CRM; la gestione completa del ciclo di vendita, comprese preventivazione e fatturazione; un modulo di gestione e altre decine di funzionalità”.

Secondo i nuovi termini tanto cari agli analisti, Teamleader può definirsi una scale-up, ovvero una start-up che è cresciuta ma che davanti ha prospettive di crescita ancora importanti. Seppur operi in Italia da poco più di un mese, il portafoglio dei clienti è già importante: circa 200 lungo tutta la penisola, in buona parte compagnie e start-up con meno di 10 dipendenti.

 

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Vicini al cliente

Ma a cosa è dovuto un simile successo soprattutto in un arco di tempo che, visto il settore, è davvero breve? “Quello che ci distingue è la devozione che abbiamo verso il cliente. Lo seguiamo gratuitamente nella fase di pre-sales fino all’integrazione vera e propria in azienda. Si tratta di un momento formativo, sia per noi che per loro, non sempre colto con la necessaria attenzione da parte degli attori odierni, che puntano più alla quantità che alla qualità dell’offerta. Non a caso la strategia del gruppo è quella di affidarsi nei singoli mercati a persone che sono ben radicate nei contesti di intervento così da adattarsi al meglio a esigenze specifiche”.

Lo ha sottolineato bene Jeroen De Wit, Cofounder e CEO di Teamleader in collegamento da remoto: “Siamo figli della cultura digitale ma sappiamo quanto sia importante mantenere un rapporto diretto con i nostri interlocutori. Viviamo una crescita costante ma lo scopo è aumentare le risorse avvalendoci di chi è vicino al territorio. Pensiamo che la presenza di un’offerta economica competitiva (si parte da 25 euro mensili per due licenze CRM) unita alla passione e alla dedizione che ci contraddistingue, ci porterà a ottenere buone soddisfazioni e, soprattutto, a traghettare i nostri clienti verso gli obiettivi che si sono prefissati”.

Approccio glocal

Una delle forze della piattaforma è la programmazione messa in atto quando si avvia un progetto. Sono quattro i pilastri tecnici: CRM, fatturazione, ciclo di vendita, supporto ma l’integrazione la fa da padrone: “La versatilità e la diffusione delle API pubbliche ci permette di ampliare notevolmente gli ambiti di intervento – ha concluso la Country Manager – in Germania, ad esempio, abbiamo avviato un percorso con le poste tedesche per la dematerializzazione della documentazione cartacea e il miglioramento del flusso tradizionale delle comunicazioni. In Italia scommettiamo molto sull’implementazione dei social, come LinkedIn, molto usato e apprezzato anche dalle realtà più piccole”.

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