RED Hydrogen One è lo smartphone del futuro

Il primo dispositivo che supporta sia VR che AR con un display olografico costerà intorno ai 1.000 euro e rivoluzionerà il mercato

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Ci hanno provato in tanti, a cominciare da Amazon con il Fire Phone, ma la realtà aumentata è una tecnologia che ancora non si trova a suo agio a bordo di uno smartphone. I Google Glass, device AR per eccellenza, sono caduti nell’oblio più assoluto e gli HoloLens di Microsoft, nel campo mixed reality, stentano a valicare la soglia dei tester. Insomma tra le esperienze aggiuntive da vivere con un telefonino restano in voga solo i Gear VR di Samsung, pur sempre limitati a un numero ristretto di cellulari supportati e con la necessità di avere con sé un accessorio a parte. Presto le cose potrebbero cambiare, almeno nel campo AR e MR, grazie al lavoro di RED, brand conosciuto dai videomaker professionisti.

Come è fatto

La compagnia ha appena annunciato Hydrogen One, il primo smartphone al mondo (almeno tra quelli conosciuti) con un display olografico da 5,7 pollici, in grado di riprodurre nativamente contenuti in tre dimensioni, passando da una visuale 2D a una immersiva nel giro di un attimo. In assenza di specifiche tecniche, non è chiaro in che modo il dispositivo riesca ad ottenere un risultato del genere ma è probabile che la magia si renda possibile tramite una serie di nanotecnologie che compongono il pannello. RED ha svelato che Hydrogen One supporterà anche la realtà virtuale (in maniera classica, tramite l’uso di un paio di visori) e quella aumentata (in stile Apple ARKit), che si affiancheranno all’interazione tridimensionale mixata e concretizzata dagli ologrammi riproducibili ovunque e in qualsiasi momento.

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Non per tutti

One non sarà un prodotto per tutti a partire dal prezzo, poco più di 1.000 euro al cambio, e per le particolari funzioni che abilita, interessanti per un pubblico di professionisti dell’immagine ma ancora alquanto lontane dalla quotidianità del consumatore finale. Il telefonino è atteso per il primo trimestre del prossimo anno, per ora solo negli Stati Uniti. Difficile dire se lo vedremo mai da queste parti ma, almeno sulla carta, ha tutte le carte in regola per dare il via a una vera rivoluzione della mobilità.