Reply Xchange 2017: l’innovazione a 360 gradi

L’appuntamento annuale con lo stato dell’arte digitale parla di chatbot, realtà virtuale e blockchain con un sguardo a Industry 4.0 e IoT

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Probabilmente non esiste un gruppo così pienamente calato nell’era del digitale come Reply. La dimostrazione è sotto l’occhio di tutti e arriva puntuale con Xchange 2017, il forum che mette in mostra tutte le capacità di analizzare e soddisfare le esigenze dei clienti dell’azienda italiana, secondo i canoni della modernità, declinata in progetti hardware e software.

Come ogni edizione, anche quella di quest’anno punta sulla trasformazione del business in vari settori. Sono sei le aree principali dove Reply si è concentrata, macro-segmenti che spiegano dove i team si sono concentrati negli ultimi mesi, per canalizzare il futuro in piattaforme concrete e davvero utili alle persone.

 

I chatbot

Si parte allora dai chatbot e la data robotics, un insieme di soluzioni che rendono l’approccio con la tecnologia più umano, versatile e funzionale a particolari esigenze. Soprattutto i chatbot rappresentano un ambito in crescita verticale, grazie all’integrazione in software e applicazioni consumer e dedicate alla massa, che promettono di sdoganare definitivamente l’utilizzo degli assistenti virtuali e sempre disponibili. Inutile ribadire come i settori interessati sono molteplici e non limitati ad alcune categorie.

La Realtà Virtuale

Reply è da sempre concentrata sullo sviluppo di piattaforme VR dedicate al mondo consumer e professionale. Non a caso, nel parco tecnologico di Como NeXT ospita una vasta area dedicata alla realtà virtuale, tra cui un cave riprodotto esattamente presso alcuni clienti, come l’Istituto Auxologico di Milano, che usa la stanza 3D per terapie psico-fisiche riabilitative. Ma non solo: nato come strumento di intrattenimento, il VR per Reply è anche gaming, tanto da aver realizzato con la divisione Forge Reply l’acclamato Theseus, action game che sfrutta proprio l’immedesimazione tridimensionale.

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La blockchain

Il boom dei bitcoin e delle criptovalute ha avuto il pregio di porre l’attenzione sui processi della blockchain. Presto la metodologia di passaggio di informazioni in modalità sicura si è estesa ad altri settori, analizzati da Reply come destinatari di un più sicuro trasporto di dati da una piattaforma all’altra. I campi di applicazione sono i più vari: dal commercio elettronico al trasferimento di denaro ma soprattutto di contenuti sensibili come le cartelle cliniche e i documenti governativi. Insomma, il futuro guarda sempre più verso le catene in blocchi come soluzione di protezione endemica, in tempi in cui gli hacker possono arrivare ovunque.

Proprio parlando di hacker e crimine informatico, Reply dedica un team specializzato al SOC, Security Operation Center, nato proprio per fronteggiare gli attacchi in rete su piccola e larga scala.

Industry 4.0 e IoT

Passiamo ai progetti nella Fabbrica 4.0 e Internet delle Cose, dove Reply interviene per costruire ponti tra l’uomo e le interfacce digitali: dai sistemi di produzione alla customer satisfaction, per passare alla ridefinizione della logistica e all’utilizzo dei sensori in ambiti peculiari, fino a poco tempo fa totalmente estranei all’uso della tecnologia, come l’agraria. La compagnia non ha certo paura di sperimentare nuove strade che, con il tempo, si sono confermate le migliori per approcciare le sfide dell’innovazione.

La sintesi migliore

Durante la sessione plenaria di Xchange 2017 è intervenuta Daniela Rus, professoressa dell’Electrical Engineering and Computer Science e direttore del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del MIT, che ha sintetizzato in poche battute dove guarda il futuro dell’integrazione delle esperienze: “Prendiamo come esempio la medicina – ha detto – ad oggi quando un essere umano deve dare una diagnosi su un cancro va incontro alla produzione di un errore vicino al 3,5%. A un sistema di intelligenza artificiale le cose vanno anche peggio perché restituisce un errore del 7,5%. Insieme, combinate, le due menti abbassano la soglia allo 0,5%, dimostrando come collaborare convenga a tutti”.

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