AlphaGo, l’AI di Google impara anche senza l’uomo

DeepMind sviluppa un nuovo algoritmo che rivoluziona il lavoro degli sviluppatori

L’AI AlphaGo Zero ha imparato a giocare a Go senza l’aiuto dell’uomo ma semplicemente sfidando se stessa

L’intelligenza artificiale si fa sempre più simile all’uomo e in diverse occasioni è già riuscita a batterlo in scaltrezza e strategia. Ad esempio AlphaGo, la rete neurale realizzata da DeepMind per conto di Google, ha stracciato per 4 a 1 il campione mondiale di Go, Lee Sedol, durante un torneo. Il gioco è unanimemente considerato il più difficile al mondo e questo fa capire la portata dell’impresa. Per poter giocare ad alti livelli, l’AI di Mountain View ha però dovuto analizzare milioni di mosse oltre a quelle dell’avversario. L’ultima versione di questo sofisticatissimo software, AlphaGo Zero, ha invece fatto tutto da sola.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

AlphaGo Zero non ha ricevuto alcun imput dall’uomo e ha imparato le meccaniche del Go solamente in base alla sua esperienza. L’AI si è autoprogrammata giocando cinque milioni di partite contro la sua precedente versione analizzando ogni possibile combinazione di mosse e memorizzando le strategie vincenti a seconda della situazione.

[ot-video type=”youtube” url=”mJ4tEDMksWA”]

A vedere i risultati raggiunti da DeepMind viene da pensare a cosa succederà quando le macchine avranno effettivamente la capacità di superare l’uomo anche in ambiti diversi dal gioco. Il patron di Tesla, Elon Musk, auspica l’avvento dell’intelligenza artificiale ma allo stesso tempo la teme. L’astrofisico Stephen Hawking è dello stesso avviso mentre Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook, vede nell’AI il futuro dell’umanità. Alcuni sono invece arrivati addirittura a venerarla come un dio.

Leggi anche:  Con Dassault Systèmes, FloFleet apre nuove frontiere nelle operazioni di monitoraggio dell’ambiente e soccorso