Suse, se l’infrastruttura è open source

Susecon, la user conference mondiale del camaleonte verde, consacra la decisa svolta dell’azienda verso le infrastrutture cloud e di tipo software defined, con numerosi annunci sempre nel segno dell’open source

Praga – La capitale boema ha fatto da sfondo alla sesta edizione della user conference di Suse, che riunisce da ogni parte del mondo gli utenti del camaleonte verde. Un Susecon molto ricco, quello di quest’anno, non fosse altro perché veniva festeggiato anche il venticinquesimo compleanno di Suse. Un traguardo di rilievo, al quale la società si è presentata nella sua nuova veste di campione delle infrastrutture cloud e quelle di tipo software defined, sempre però nel solco dell’open source, con un occhio di riguardo verso le distribuzioni Linux, ambito nel quale ha costruito fama e successo. I numeri del resto parlano da soli: il 2017 è stato l’anno fiscale più performante in assoluto, con un fatturato superiore ai 400 milioni di dollari e una crescita superiore al 18 per cento.

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Ambizioni concrete

“È stato davvero un anno di notevoli risultati, considerando anche che la nostra crescita è stata omogenea in tutte le aree del mondo, dall’Europa all’Asia-Pacifico, passando per le Americhe, ma soprattutto è stata tutta organica”, ha sottolineato in una conversazione con Data Manager Nils Brauckmann, CEO di Suse, riferendosi all’acquisizione, divenuta operativa nello scorso marzo, degli asset relativi all’IaaS OpenStack e alla PaaS Cloud Foundry da HPE, sui quali la società sta puntando molto per realizzare le proprie ambizioni in ambito cloud. E gli annunci di Praga hanno mostrato quanto tali ambizioni siano concrete, posizionando Suse in un ruolo molto più ampio di quello del pioniere delle distribuzioni Linux: sicuramente di successo e con importanti partnership tecnologiche e di mercato, ma forse un po’ di nicchia, alla luce della trasformazione digitale in atto. “Continueremo a evolverci sempre più verso un’azienda che offre un ampio set di soluzioni infrastrutturali nell’ambito cloud: vogliamo sempre più essere fornitori di infrastrutture di tipo software defined proprio per rendere le aziende più agili e reattive”, ha ribadito Nils Brauckmann, sottolineando che “nell’anno fiscale appena concluso, abbiamo chiuso più deal superiori a un milione di dollari che nel passato: un ulteriore indicatore che anche i grandi clienti credono in noi per le loro infrastrutture critiche per il business”.

Parola d’ordine: “open open source”

La reputazione costruita sulle infrastrutture Linux di tipo enterprise, grazie anche a partnership storiche come quella con IBM per i mainframe, viene oggi estesa in altri ambiti, grazie anche al fatto che Suse fa parte di Micro Focus, uno tra i maggiori player nell’ambito del software, soprattutto a seguito dell’acquisizione della parte software di HPE, che ne fa un gruppo con 40mila clienti in tutto il mondo e più di 4,5 miliardi di dollari di fatturato. “Facciamo parte di un gruppo molto grande ma rimaniamo un business indipendente con il nostro brand e il nostro team di sviluppo: io continuo a essere il CEO di Suse, di cui rappresento il business nel board di Micro Focus”, ha voluto sottolineare Brauckmann, spiegando però che “far parte di un grande gruppo ci consente di essere più competitivi, in quanto godiamo dei benefici di scala più ampia per proseguire con tranquillità il nostro percorso futuro, che rimane sempre nell’ambito dell’open source, come facciamo da 25 anni, per essere sempre in grado di offrire una scelta ai nostri clienti”. Gli annunci visti a Praga non hanno deluso, visto che erano declinati in tutti i principali ambiti del mondo open source, anzi “open open source”, come ama dire Suse stessa: Linux, OpenStack, Ceph e così via.

Rinnovo per il software defined storage

Riguardo agli annunci, è da menzionare in primo luogo Suse Enterprise Storage 5, che ribadisce il concetto di software defined storage ma con maggiore facilità di gestione, più prestazioni e funzionalità estese, comprendenti anche il backup disco su disco ideale per gli ambiti enterprise. Basato sulla release Luminous di Ceph, Enterprise Storage 5 ha nel mirino le esigenze di compliance, di backup e di archiviazione, così come lo storage su ampia scala, come quello della videosorveglianza, dello streaming di video o la progettazione assistita da computer. Tra le applicazioni di backup e archiviazione, vi sono Veritas NetBackup, Commvault e Micro Focus Data Protector, unitamente alle soluzioni di compliance quali iTernity. Un’applicazione interessante di software defined storage è quella illustrata a Praga dai protagonisti: si tratta dell’Ospedale Universitario di Essen, in Germania, che gestisce circa 250mila pazienti all’anno e che ha adottato Suse Enterprise Storage su hardware standard Thomas-Krenn, con un risparmio valutato nell’ordine del 70-80 per cento rispetto alle soluzioni storage midrange tradizionali.

Migliorare la gestione delle app

A Praga, con la CaaS Platform 2, Suse ha anche introdotto una nuova versione della sua soluzione Container as a Service, una piattaforma di classe enterprise basata su tecnologia Kubernetes di gestione dei container, che consente ai professionisti IT e ai consulenti di DevOps di implementare, gestire e scalare le applicazioni e i servizi basati su container. Sempre sul versante dell’application delivery, è stata annunciata la Cloud Application Platform, basata sulle tecnologie Cloud Foundry e Kubernetes, che sarà disponibile nel corso dell’ultimo trimestre di quest’anno e ha lo scopo di affinare la gestione del ciclo di vita delle applicazioni tradizionali e di quelle nuove di tipo “cloud native”.

Partnership rafforzate con Sap e Huawei

Da sottolineare inoltre anche l’annuncio del rafforzamento della collaborazione con Sap: sia Suse OpenStack Cloud sia Suse Enterprise Storage diventano infatti elementi chiave della Sap Cloud Platform, alla quale apportano servizi di infrastruttura per applicazioni enterprise che consentono alle aziende di raccogliere, gestire, analizzare e sfruttare informazioni. Infine, un altro piatto forte di Susecon è stato l’annuncio dell’ampliamento della partnership tra Huawei e Suse, volta a realizzare un server mission critical in grado di supportare i moduli di memoria hot swap, in modo da ridurre i tempi di manutenzione non pianificati e mantenendo i sistemi in esecuzione. Il nuovo server congiunto rafforza l’offerta di soluzioni mission critical di entrambe le società, e utilizzerà i server KunLun di Huawei con Suse Linux Enterprise Server per applicazioni Sap.