Il Parlamento UK sequesta documenti a Facebook per Cambridge Analytica

Il Parlamento britannico sequestra documenti di Facebook relativi a Cambridge Analytica

Il Parlamento britannico ha richiesto il sequestro di alcuni documenti interni di Facebook relativi all’operato di Cambridge Analytica e domani potrebbe imporre sanzioni durissime al social network

Facebook è costretto ad affrontare le conseguenze di Cambridge Analytica. L’azienda britannica sotto gli occhi del social network ha raccolto i dati di milioni di utenti statunitensi allo scopo di utilizzarli, senza il loro consenso, per realizzare messaggi di propaganda politica a favore dell’elezione di Donald Trump. L’azienda di Menlo Park ha già ricevuto una multa nel Regno Unito, anche se non particolarmente salata, ma ora la faccenda si fa decisamente più seria. Il Parlamento britannico ha confermato di aver ordinato il sequestro di alcuni documenti riservati di Facebook collegati allo scandalo Cambridge Analytica. Il materiale in questione è stato confiscato dagli agenti della Digitale e Media della Camera dei Comuni che sta eseguendo le indagini sulla questione a un manager del social network di passaggio a Londra.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Questo tipo di sequestro è una pratica non propriamente comune ma il presidente della commissione parlamentare che lo ha richiesto, Damian Collins, ha sottolineato che rientra pienamente nei poteri delle autorità legislative. I documenti in particolare fanno riferimento a un’app chiamata bikini, oggi cancellata, che in passato è stata utilizzata per sottrarre foto dai social media e pagine web. Il Parlamento si riunirà domani per emettere la sua decisione definitiva sulla sanzione da imporre a Facebook nell’ambito dei lavori relativi a un’indagine più ampia su “disinformazione e fake news”. Nonostante la sentenza potrebbe avere conseguenze importanti non solo sui conti del social network ma anche sulle modalità con cui potrà trattare i dati dei suoi clienti, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha rifiutato di difendere in prima persona le sue ragioni davanti alla commissione.

Leggi anche:  Qualys presenta TotalCloud 2.0 per proteggere applicazioni Cloud e SaaS