Google sotto accusa: avrebbe coperto i casi di molestie sessuali in azienda

Google accusata di aver coperto gli scandali sessuali in azienda

Un’azionista di Google ha denunciato il board di Alphabet con l’accusa di aver nascosto gli scandali sessuali che vedrebbero coinvolto anche Andy Rubin

Google finisce nuovamente in tribunale ma questa volta non si tratta di dover difendere il suo strapotere nel campo delle ricerche online o le scelte strategiche legate ad Android. Uno degli azionisti del colosso di Mountain View, James Martin, ha denunciato il consiglio d’amministrazione di Alphabet presso un tribunale californiano con l’accusa di aver coperto i numerosi scandali sessuali che negli anni si sono succeduti in azienda come sostenuto da un’inchiesta del New York Times dello scorso ottobre. Nella denuncia si parla di violazione di doveri fiduciari, abuso di controllo e spreco di asset aziendali e cita documenti interni a Big G ma non resi pubblici. I fondatori di Google, Sergej Brin e Larry Page, insieme ad altri alti dirigenti, avrebbero orchestrato uno “schema andato avanti per anni per coprire molestie sessuali e discriminazioni ad Alphabet”. “Brin, Page e il resto del board di Alphabet non hanno solo evitato di rendere note le molestie sessuali di Rubin e il fatto di averle trovate credibili, ma hanno organizzato per Rubin un party di addio da eroe pagandolo 90 milioni. – si legge nel ricorso – Con questa deprecabile condotta, Alphabet ha violato il dovere fiduciario di buona fede e lealtà e ha violato le policy della compagnia che impongono di agire in modo efficace ed etico”.

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Nell’inchiesta del New York Times si afferma che il padre di Android, Andy Rubin, non avrebbe lasciato Google nel 2014 solo per portare avanti progetti personali ma sarebbe stato accompagnato alla porta proprio per le presunte molestie sessuali con una ricca buonuscita. Dopo la diffusione di tali notizie, il CEO di Big G, Sundar Pichai, ha difeso l’operato dell’azienda affermando che 48 persone, di cui 13 top manager, sono stati licenziati perché coinvolti in casi di molestie sessuali e che nessuno ha ricevuto soldi per lasciare Mountain View. Le parole di Pichai non hanno comunque fermato 20mila dipendenti dallo scioperare in tutto il mondo come segno di protesta.

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