Il Congresso USA ha un problema con la privacy di Google

Google ci spia? Un tool online lo rivela

Sotto il torchio c’è Sensorvault, che secondo quanto riferito dalla Commissione americana è un database per il governo

Sin dal 2009, Google ha sviluppato un database chiamato Sensorvault, che raccoglie la posizione di tutti gli smartphone connessi a un servizio di Big G negli Stati Uniti (e magari anche altrove). Secondo un richiesta di maggiori informazioni da parte del Congresso americano, questo archivio non farebbe altro che concedere alle forze dell’ordine una via primaria e conveniente per spiare i cittadini, a seconda dei target di riferimento. Attraverso una lettera aperta, i rappresentanti della Camera per l’energia e il commercio chiedono al CEO di Google Sundar Pichai, di rendere più trasparente l’utilizzo e la finalità di Sensorvault, in funzione da un decennio.

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Questo perché, secondo i risultati ottenuti dal New York Times, il tool consente ai funzionari di raccogliere informazioni da tutti i dispositivi nelle vicinanze di una scena del crimine e sarebbe già stato usato dalle autorità in numerosi casi, compresi i più recenti in Texas.

Cosa succede

La scorsa settimana, i membri del Comitato hanno scritto all’azienda tecnologica per esprimere le loro preoccupazioni sul database e sui modi in cui viene utilizzato dalla polizia. “Stiamo scrivendo in risposta a rapporti riguardanti un enorme archivio di informazioni precise sulla posizione di centinaia di milioni di consumatori, conosciuto all’interno di Google come Sensorvault. Secondo recenti analisi, Google tiene traccia e archivia informazioni precise sulla localizzazione dei clienti, che si tratti di persone con un account sul computer o un dispositivo Android, memorizzando dati risalenti al 2009.” Appurate tali capacità, secondo i funzionari, si paleserebbe una chiara violazione della privacy, di portata non solo locale ma teoricamente internazionale .

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Quello che i politici domandano è dunque sapere perfettamente chi può accedere a Sensorvault e con quale garanzie di riservatezza delle informazioni. Nella lettera, i legislatori chiedono a Google varie domande sullo strumento, inclusi i dettagli sulla tipologia di personale governativo abile a leggere i dati, oltre alla qualità dei dati stessi: sono anonimizzati? Liberamente associati a numeri di telefono, seriali, profili? Vengono crittografati e mantenuti in sicurezza? Insomma, la questione non è semplice e apre una stagione di nuove responsabilità in materia.