Facebook segue Instagram verso l’addio ai Like

Anche Facebook potrebbe oscurare i “Mi piace” per eliminare la dipendenza dal consenso degli utenti

Il mondo degli influencer potrebbe subire un ulteriore grave colpo: sulla scia di Instagram, anche Facebook starebbe infatti pronto a sperimentare l’oscuramento dei Like, introducendo un cambiamento rivoluzionario per il celebre social.
Si tratta di una scelta finalizzata a valorizzare l’interazione tra gli utenti e mirata a colpire il mercato illegale dei like e dei follower falsi. Un passaggio che ha interessato prima Instagram, con la decisione di adottare anche in Italia la sperimentazione che era già stata anticipata mesi fa e recentemente attivata in Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Giappone, dove il contatore dei ‘Mi piace’ non è visibile pubblicamente ma può essere visualizzato dall’autore del post. Un trend che ha interessato anche YouTube, che da settembre non mostrerà più il numero esatto di utenti dei canali, ma solo un numero approssimato.

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No alla dipendenza da popolarità

“In un una società costruita sui like ogni iniziativa che possa limitare la ‘dipendenza da popolarità’ può essere utile”, osserva all’Ansa Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano.

A scoprire la novità è stata la ricercatrice Jane Manchun Wong, che sulla versione dell’app per Android ha scovato “una funzione che permette di nascondere i like”. Per attivare la modifica ora basterebbe una semplice attivazione lato server da parte del social network di Mark Zuckerberg.

“Vogliamo aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti like ricevono”, aveva spiegato qualche settimana fa Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram, aggiungendo che la piattaforma doveva essere “un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimersi”.

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L’obiettivo del test

Il test che dovrebbe partire su Facebook avrebbe intenti analoghi: “La mossa potrebbe anche avere l’effetto di rendere meno evidente il calo di engagement organico che si registra da anni sulla piattaforma – spiega all’ANSA Vincenzo Cosenza, esperto di social media – Cosi come avvenuto per Instagram – aggiunge – l’obiettivo è capire se il coinvolgimento sale o scende in assenza dell’effetto ‘bandwagon’, cioè la visione dell’apprezzamento già manifestato dagli altri. A ciò si aggiunge anche la volontà di spostare l’attenzione dalle facili interazioni, un meccanismo spesso accusato di stimolare una competizione effimera che può influire negativamente sulla vita degli adolescenti, ad azioni più pensate e di valore, come l’acquisto dei prodotti promossi sui social network”.