Adotta un alveare e contribuisci a salvare il Pianeta: l’idea della startup 3Bee

Adotta un alveare e contribuisci a salvare il Pianeta: l’idea della startup 3Bee

Aumentare la popolazione delle api, incrementare la produzione di miele e permettere agli apicoltori di vivere del proprio lavoro: sono questi gli obiettivi della startup fondata da Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, vincitrice di diversi riconoscimenti con il suo Alveare 3.0

Se le api morissero, ci resterebbero solo 4 anni di vita” una predizione, mai confermata scientificamente e attribuita ad Albert Einstein che, però, accende i riflettori sul ruolo importantissimo svolto dalle api nel preservare la biodiversità. Secondo quanto stimato dalla FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura -, le api sono responsabili dell’80% della produzione di frutta e verdura e del 50% della biodiversità del mondo. Per capire quanto la riduzione delle colonie di api, a causa dei cambiamenti climatici, dell’uso di pesticidi e per colpa di parassiti e malattie sia un’emergenza, uno studio della Radboud University e della Entomological Society Krefeld ha evidenziato come gli insetti impollinatori, in quasi 30 anni, siano diminuiti del 70%, con un conseguente,  riduzione della produzione di miele. Secondo i dati diffusi da Coldiretti, nell’ultimo anno, a causa delle anomalie climatiche, la produzione di miele in Italia è stata dimezzata.

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Da qui l’iniziativa di 3Bee, startup fondata da Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti di permettere alle persone e alle aziende di adottare un alveare per contribuire a ripopolare il Pianeta di questo insetto indispensabile per la biodiversità, permettendo agli apicoltori di incrementare la produzione di miele e quindi continuare a portare avanti il proprio mestiere.

“Credo che l’apicoltore sia un eroe dei nostri tempi” – afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee “il suo mestiere deve essere tutelato perché è fondamentale per garantire la sopravvivenza delle api e, quindi preservare la biodiversità del Pianeta. L’iniziativa “adotta un alveare” nasce per dare valore al suo lavoro, valorizzare la comunità in cui vive e per offrire un servizio a chiunque abbia a cuore la biodiversità e l’ambiente”.

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Esperienze al MIT e collaborazioni con la NASA per i due fondatori

Un dottorato in ingegneria elettronica conseguito al ’MIT di Boston e un’esperienza di collaborazione con la Nasa per Niccolò, un dottorato in biologia conseguito all’estero e un’esperienza come apicoltore hobbista per Riccardo: due percorsi professionali che hanno consentito ai due founder di sviluppare il loro primo prodotto Hive Tech, una sorta di alveare 3.0 che consiste in una rete di sensori ioT i quali, posizionati all’interno dell’alveare, monitorano il benessere delle api permettendo agli apicoltori di ridurre i trattamenti, diminuire le visite nell’apiario e abbassare le emissioni di Co2, migliorando, quindi, la qualità di vita delle api.

3Bee ha creato un network di 2.000 apicoltori in tutta Italia in cui ha installato i propri sensori e circa 10.000 adottatori. Chi decide di adottare un alveare – privati o imprese – accede alla piattaforma online, sceglie la tipologia di miele, l’apicoltore che si prenderà cura delle api, la quantità di fiori che vogliono impollinare, la biodiversità che vogliono creare e potrà seguire online l’evoluzione. Al termine della stagione apistica, potrà ricevere il miele 100% artigianale prodotto dalle sue api.

Dal 2018, anno della sua fondazione, 3Bee ha raggiunto traguardi importanti ottenendo riconoscimenti e certificazioni internazionali: l’alveare Hi Tech di 3Bee è infatti rientrato nella lista stilata da Solar Impulse Foundation delle mille soluzioni a livello mondiale per la sostenibilità ambientale e ha ottenuto dalla comunità europea il finanziamento Sme Instrument per le attività di ricerca e innovazione.

Obiettivi futuri

Oggi in azienda lavorano 15 persone dislocate nelle sedi di Milano Napoli e Como e, per il 2020 l’idea di 3Bee è quella di raddoppiare il numero dei dipendenti. “Quest’anno ci piacerebbe poter andare a trovare tutti gli apicoltori che hanno adottato i nostri sistemi e raccontare insieme le storie degli eroi che lavorano con le api, i loro problemi, le loro necessità.”

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