Facebook ha condiviso i dati degli iscritti più a lungo di quanto promesso

Facebook, a causa di un bug “amicizia” chiesta anche ai contatti bloccati

Il social network non è riuscito a bloccare l’accesso ad alcuni dettagli personali con gli sviluppatori, con circa 5 mila app interessate

Nonostante tutto, nonostante le promesse e i proclami, Facebook ha condiviso i dati personali degli utenti con sviluppatori esterni per un periodo di tempo più lungo di quanto comunicato. Insomma, siamo dinanzi ad una violazione delle politiche attuate dal social network in seguito allo scandalo Cambridge Analytica del 2018. In precedenza, la società aveva affermato che gli sviluppatori di app di terze parti non avrebbero potuto accedere ai dati se una persona non avesse interagito con l’applicazione stessa, per un periodo di 90 giorni.

A quel punto, lo sviluppatore avrebbe dovuto chiedere ai navigatori l’autorizzazione ad accedere nuovamente ai propri dati, comprese informazioni sensibili come indirizzi e-mail, compleanni e città natale. Ma pare che questo non sia accaduto in alcuni casi, come spiegato in settimana dall’azienda di Mark Zuckerberg.

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Se Facebook non ha il controllo dei dati

Alla base sembra esservi un difetto nel sistema che permette agli sviluppatori di estrarre i dati di un utente attivo, tali da permette ai developer anche di sbirciare le info degli amici, anche se il soggetto in questione non aveva aperto l’app da più di 90 giorni. Il problema si applica ad almeno 5 mila software, ma Facebook non ha rivelato quanti utenti sarebbero effettivamente interessati.

“Abbiamo risolto il problema il giorno dopo averlo trovato” ha scritto Facebook in un post sul blog. “Continueremo a indagare e a privilegiare la trasparenza di eventuali aggiornamenti importanti”. Il difetto è stato scoperto da un ingegnere interno due settimane fa e la società afferma che non ha motivo di credere che nessuno dei dati sia stato utilizzato in modo improprio.

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