Apple: il genio oltre la vita

Dopo l’indiscusso successo del primo libro, Jay Elliot torna a parlare di una storia che ha affascinato, entusiasmato, dato adito a critiche. Non la storia di quell’indiscusso genio che è stato Steve Jobs e nemmeno quella della Apple, perché non esistono due storie diverse, ma la Storia. E mentre i negozi sono presi d’assalto per l’uscita dell’iPhone 5, si capisce come la morte si sia preso l’uomo, ma non il genio

Abbiamo avuto ancora una volta l’opportunità di incontrare Jay Elliot (già autore del precedente bestseller “Steve Jobs – L’uomo che ha inventato il futuro” che è riuscito a vendere oltre centomila copie solo in Italia, ex senior vice presidente di Apple) in occasione della presentazione del suo secondo volume “Steve Jobs – La storia continua” edito da Hoepli. E’ stata un’occasione importante per cercare di capire il passato e il futuro di un’azienda che ha raggiunto il vertice della capitalizzazione, attraverso l’esperienza di chi ha vissuto le diverse fasi fianco a fianco con il suo fondatore prima e il suo salvatore poi.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Data Manager: Cosa l’ha spinta a scrivere un libro così vicino al precedente?

Elliot: Avevo bisogno che la storia continuasse rispetto al libro precedente, avevo e ho ancora molte cose da dire, da dettagliare. E volevo dare un’immagine più chiara di Steve in quanto ho letto alcune cose, in particolare un libro, che non mi sono proprio piaciute. Mi è sembrato giusto, necessario e opportuno correggere l’immagine che qualcuno ha voluto dare del fondatore della Apple. E poi molti lettori me lo hanno chiesto, volevano sapere di più sulla persona e l’azienda, capire quali erano stati i fattori che l’avevano portata a un successo senza precedenti.

Leggi anche:  Vincenzo Granato è il nuovo Country Manager di Commvault Italia

Sono oggi in molti a chiedersi cosa accadrà a Apple nel prossimo futuro, ora che Steve Jobs è mancato. Molti infatti attribuiscono il risultato di Apple al suo fondatore, alla sua genialità e alla capacità di vedere lontano.

Non c’è alcun dubbio che Steve sia stato un genio, e da molti punti di vista. Quello che mi sento di affermare è che non solo è stato in grado di creare un’azienda, i cui risultati sono il miglior commento, ma anche di saper trasferire a essa la cultura e i modelli che hanno caratterizzato la sua opera da vivo. Steve era perfettamente conscio di quello che gli sarebbe inevitabilmente accaduto e voleva fortemente che il suo lavoro non finisse con lui. Non solo ha lasciato una chiara roadmap per i prossimi tre anni, ma ha voluto proprio creare una “cultura della Apple”, cultura che cerco di raccontare nel mio libro. Questa cultura ormai appare ben radicata, tanto è vero che, in base ad analisi esterne all’azienda e di tipo comparativo, la Apple appare oggi come l’azienda di Silicon Valley dove si verifica il minor numero di abbandoni da parte dei dipendenti. La continuità si evidenzia anche dalla modalità in cui è stato presentato l’iPhone 5, da un ristretto numero di persone salite insieme sul palco, che costituivano il suo staff (prima era lui in prima persona a farlo).

Quindi è lo staff, le risorse umane, la chiave di continuità di Steve Jobs, del suo modo di essere, di lavorare, di creare?

Esatto. E’ proprio questa la formula vincente come si può evincere dal mio libro. Si pensi anche agli Apple Store. Steve ha sempre voluto offrire il “prodotto migliore” e per farlo ha costruito un’azienda in grado di farlo in modo completo, dalla progettazione all’offerta al cliente. Contrariamente ad altre aziende che usano terzi, anche nella scelta del sistema operativo, Apple ha sempre voluto essere un’azienda che coprisse tutto il processo produttivo. E’ stato commovente vedere le persone recarsi negli Apple Store quando Steve è mancato a testimoniare nei più disparati modi, il loro affetto, non facendo distinzioni tra l’uomo e la sua azienda.

Leggi anche:  Il 2024 è l’anno del Wellbeing

Ma dall’ultima causa che tutti abbiamo seguito si è capito che la genialità di Jobs includeva in modo consistente anche il design.

Per Steve Jobs l’importante era il “miglior prodotto”. E per avere il miglior prodotto, alla sua semplicità d’uso bisognava pensare anche alla sua forma. Vi farà piacere sapere che Jobs era stato in Italia ed era rimasto affascinato dalla bellezza e dall’amore per questa, evento che sicuramente lo ha condizionato nel concentrarsi non solo nel contenuto ma anche nella forma, riconoscendole un ruolo fondamentale.

Concludiamo con il futuro. Quale sarà la prossima direzione in cui si dirigerà la strategia di Apple? E per quanto riguarda Lei? Dobbiamo aspettarci il terzo libro, visto che argomenti ancora da approfondire ce ne sono ancora parecchi.

Cominciamo da Apple. E’ facile prevedere che la battaglia continuerà e probabilmente si sposterà nei confronti dei contenuti. La Apple TV giocherà un ruolo assolutamente fondamentale. Per quanto riguarda me, non so ancora dirle quando uscirà, ma sicuramente sto già pensando al terzo libro.