Favorevoli al nucleare? Sì…ma non troppo

Secondo un’indagine di Accenture a livello mondiale la scarsa informazione e la mancanza di chiare garanzie di sicurezza rende l’opinione dei consumatori molto volubile

Secondo i dati di uno studio globale condotto da Accenture oltre i due terzi delle persone, nel mondo (69%) ritiene che il proprio Paese dovrebbe avviare o potenziare l’uso dell’energia nucleare. Il 40% di essi si dichiara però favorevole all’utilizzo o ad un incremento dell’utilizzo dell’energia nucleare solo nel caso in cui fossero superate le preoccupazioni che nutre in proposito.

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Dallo studio che ha coinvolto oltre 10.000 consumatori in 20 Paesi emerge come le opinioni si siano polarizzate negli ultimi anni. Il 29% delle persone intervistate si ritiene più disponibile, rispetto a tre anni fa, all’introduzione o all’incremento di energia nucleare nel proprio Paese. Mentre un intervistato su cinque (19%) afferma di essere meno propenso, rispetto a tre anni fa.

“Le preoccupazioni legate alla disponibilità delle fonti energetiche, alle ampie variazioni di prezzo dei combustibili fossili e al cambiamento climatico hanno reso l’energia nucleare più popolare presso i consumatori” afferma Sander van ’t Noordende, Group Chief Executive del gruppo operativo Resources di Accenture. “Nonostante questo i politici e i produttori non devono dare per scontato l’appoggio dei consumatori. I governi e le aziende del settore energetico devono prendere atto che il consenso popolare su questo tema è molto volubile”.

L’energia nucleare per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili

Anche se un’ampia maggioranza di consumatori (88%) ritiene importante che il proprio Paese riduca la dipendenza dai combustibili fossili, solo il 39% di essi ritiene possibile sostituire l’utilizzo di queste fonti attraverso le sole energie rinnovabili,contro il 43% che non si dichiara d’accordo.
Più di quattro consumatori su dieci (43%) affermano di ritenere l’energia nucleare un mezzo per conseguire un futuro a bassa emissione di CO2; di questi, il 9% chiede un aumento della sola energia nucleare per aiutare la riduzione della dipendenza da combustibili fossili e un ulteriore 34% vorrebbe che si adottasse un mix di energia nucleare e rinnovabile.

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I consumatori esigono maggiori informazioni

Tra coloro che sono contrari all’adozione del nucleare nel proprio Paese, i tre fattori che generano maggiore preoccupazione sono: soluzioni per lo smaltimento efficiente delle scorie (91%); sicurezza del funzionamento delle centrali (90%); processo di decommissioning delle centrali stesse (80%).
In ciascuno di questi casi, quasi la metà dei rispondenti contrari all’energia nucleare (45%) ha affermato che ricevere maggiori informazioni su questi tre fattori potrebbe modificare la propria opinione.

Solo il 28% dichiara di essere bene o molto informato riguardo alla strategia sull’energia nucleare del proprio Paese; contro il 72% che ritiene di non essere ben informato o di non esserlo del tutto.

“Un’informazione trasparente è una leva fondamentale per ottenere il supporto da parte del pubblico; i risultati del nostro studio mostrano che è possibile modificare l’opinione pubblica in modo significativo sulla base delle informazioni disponibili” dichiara Daniel P. Krueger, che dirige il settore energia nucleare di Accenture. “Le istituzioni devono essere più chiare nel giustificare le proprie strategie legate all’energia nucleare per garantire che il sostegno da parte del pubblico si conformi alle proprie decisioni riguardo all’incremento, alla diminuzione o al mantenimento dell’impegno rispetto all’energia nucleare.”

Aspetti geografici e demografici

Lo studio ha evidenziato notevoli differenze tra i rispondenti in funzione dei fattori geografici e demografici. Da un punto di vista geografico, il sostegno più convinto verso l’energia nucleare come mezzo di riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, da sola o in combinazione con le fonti rinnovabili, si è registrato in India (67%), Cina (62%), Stati Uniti (57%) e Sudafrica (55%). Tale sostegno è risultato molto inferiore in Francia (37%), Italia (37%), Belgio (36%), Germania (31%), Brasile (29%), Grecia (28%) e Spagna (28%).

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Da un punto di vista demografico questa propensione è più elevata nei partecipanti di età superiore ai 54 anni rispetto agli under 35 (51% a fronte del 38%). Inoltre, tale opinione è più diffusa tra gli uomini rispetto alle donne (49% contro il 39%).

Alla domanda relativa all’avviamento o al potenziamento dell’utilizzo del nucleare nel proprio Paese, i consumatori che si sono dichiarati più favorevoli sono Indiani 96%, Cinesi 91%, Sudafricani 88% e Statunitensi 81%.
I Paesi che al contrario hanno fatto riscontrare un minore sostegno a nucleare sono la Germania (50%), la Grecia (49%) e la Spagna (49%).