Nell’Europa contemporanea, il rapporto tra donne e tecnologie è diventato sempre più complesso, articolandosi lungo alcune contraddittorie direttrici. Infatti, considerata l’importanza delle tecnoscienze nella vita professionale di oggi, la carenza di donne impiegate stabilmente nelle professioni tecnoscientifiche è un problema irrisolto.
Certamente, non vi è alcuna differenza nel rendimento scolastico tra ragazze e ragazzi. Anzi, le ragazze vantano ottimi risultati in tutte le materie, nel percorso scolastico e nell’università. Ciononostante, poche scelgono studi tecnoscientifici. Ancor meno sono le donne che si avviano a carriere professionali in questi settori, e solo una minoranza raggiunge posizioni professionali paragonabili a quelle maschili.
Eppure, le donne hanno dimostrato non solo di essere attente fruitrici di tecnologie, esprimendo saggezza e creatività nell’adattarle al loro sistema di relazioni sociali e all’esigenza della sostenibilità, ma anche di saper dare un contributo sempre maggiore alla creazione di tecnologie e all’introduzione di innovazione.
L’edizione 2009 della Conferenza internazionale Women&Technologies, di cui è parte integrante il premio Le Tecnovisionarie, vuole rendere esplicito il problema e contribuire a trovare una strada per soluzioni a medio termine.
Già al termine della prima edizione di Women&Technologies, Gianna Martinengo, ideatrice e chairperson della Conferenza, affermava: “[…] nella ricerca sulle tecnologie occorre integrare il contributo di una pluralità di discipline, secondo quello che si definisce un ‘approccio olistico′: non solo logica e matematica, anche psicologia, scienze sociali e cognitive, pedagogia, antropologia, letteratura.
La vera innovazione nasce da qui, dalla capacità di includere punti di vista diversi per far emergere nuove domande e nuove soluzioni. Le donne, portatrici di una visione sempre attenta alla persona e alle componenti umanistiche di ogni problema, possono dare un contributo originale in questo senso […]„
Le tecnologie, proprio per la loro trasversalità, possono dunque rappresentare un ideale terreno di incontro e collaborazione delle diverse discipline, quelle formali e quelle umanistiche.
Le nuove architetture sempre più centrate sui servizi richiedono infatti la capacità di far dialogare tecnologie e persone e di integrare nelle ICT proprietà tipiche della vita sociale come: interazione, dialogo e conversazione, reputazione, e simili.
Anche nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni, la trasformazione di modelli organizzativi, economici e comunicativi richiede professionalità che tengano conto delle esigenze della persona, dell’ambiente, delle interazioni sociali, dei valori.
Occorre quindi motivare i giovani, la “generazione 2015”, verso scelte professionali fondate su questa trasversalità e sostenere l’acquisizione di conoscenze e abilità mediante adeguati percorsi di apprendimento, sia formali (scuola e università) sia informali.
Ecco perché, partendo dai concetti chiave di creatività e innovazione, Women&Technologies 2009 allarga i campi di discussione e intervento al tema della trasversalità di tecnologie e competenze, all’apprendimento delle tecnoscienze, alle persone e alla loro dimensione sociale e collaborativa. In tutto il mondo, le donne stanno “inventando” tecnologie e stanno ridisegnando il profilo di molte scienze.
La loro presenza nel mondo tecnoscientifico ha già messo in crisi pregiudizi consolidati e contribuito con risorse di intelligenza e di passione prima relegate in un limitato raggio di azione.
Possiamo solo immaginare quali mutamenti potrebbero nascere da un aumento importante della partecipazione delle donne alla definizione e applicazione delle politiche su scienza e tecnologia.
"I love science too much to deprive her of women’s intelligence"
(Roald Hoffmann, Applied theoretical chemistry, Nobel Prize 1981)
Per maggiorni informazioni: http://www.womentech.info/