iCloud, ecco il servizio di storage globale di Apple

Tra le tante novità proposte in questi giorni da Steve Jobs quella che ha suscitato maggior interesse è iCloud, un servizio di storage online che consente di avere tutti i propri dati e contenuti multimediali sincronizzati automaticamente su tutti i dispostivi Apple, dall’iPhone, all’iPad, all’iMac.

Grazie ad iCloud qualsiasi foto, brano musicale che viene caricato su uno dei vari dispositivi è copiato nella propria personal cloud e trasferito su tutti i device che appartengono al singolo utente. E’, in qualche modo, un’estensione del servizio sinora reso disponibile attraverso Mobile Me. Per Steve Jobs significa semplificare al massimo l’utilizzo di una pluralità di oggetti diversi rendendo disponibile una vista unica dei dati.

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L’approccio di Apple al cloud si differenzia rispetto a quanto sinora teorizzato da Microsoft, la cui focalizzazione si è concentrata soprattutto sul fronte applicativo. Quanto proposto da Jobs punta infatti a rendere fruibile un vero e proprio servizio di storage trasversale a tutta la gamma dei dispositivi Apple. L’iCloud è quindi un servizio che interessa, in particolare, tutti coloro che utilizzano più device Apple e, da un punto di vista commerciale, è una leva per conquistare sempre più clienti che, grazie a questi servizi, possono trovare più vantaggioso creare un ambiente full Apple comprensivo di iPad, iPhone e iMac, piuttosto che un ambiente ibrido Pc-Mac.

Ancor più dirompente è il servizio dedicato esclusivamente alla musica digitale maturato secondo la logica cloud. Gli utenti avranno una sorta di musical box, basata su un iTunes over the cloud, denominato per l’occasione iTunes Match. Secondo le modalità di sincronizzazione previste da iCloud, potrà contenere tutti i brani acquistati o di proprietà dell’utente archiviati in iTunes i quali potranno essere ascoltati in streaming da un qualsiasi dispositivo. Insomma un servizio che rende disponibili i dati ovunque e comunque, l’utente deve solo scegliere la tipologia del dispositivo di accesso.

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Itunes Match, prevede un servizio a pagamento di 25 dollari l’anno e tenta di risolvere il problema dei problemi dell’industria musicale, la pirateria: tutto quello che risiede sull’hard disk dell’utente potrà essere trasferito sulla nuvola e non sarà soggetto ad alcuna censura. Di questi 25 dollari il 30% sarà trattenuto da Apple, mentre il restante 70% spetterà alle diverse major. Tra queste ultime i nomi che sembrano già avere siglato una cooperazione con Apple sono Warner Music, Sony Music ed EMI.