La Cina sperimenta nuovi blocchi al web

GreatFire.org monitora i siti bloccati nel paese e afferma che è in atto una nuova politica di censura “per consegnare risultati accuratamente selezionati”

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

C’è un gruppo di persone che in Cina controlla periodicamente siti e portali web censurati dal governo per capire quali contenuti sono poco propensi alla diffusione nazionale. Il gruppo, che si chiama GreatFire.org, afferma che al momento gli organi di governo stanno sperimentando nuovi metodi molti “fini” per censurare i risultati di ricerca in vista del 24esimo anniversario della repressione di Piazza Tiananmen del 1989.

The Chinese Job

Secondo il sito, le ricerche “sensibili” su parole chiave particolari fino a poco tempo fa restituivano il messaggio “secondo le leggi, i regolamenti e le politiche interne, i risultati della ricerca non possono essere visualizzati“. Ora invece alcune ricerche, tra cui quelle inerenti Piazza Tiananmen, sono tornate disponibili ma solo con la restituzione di risultati strettamente selezionati dal governo.

Tiananmen cancellata dalla memoria del web (ma solo in Cina)

Ad esempio, sebbene le truppe abbiamo ucciso centinaia di manifestanti durante le proteste pro-democrazia a Pechino, alla ricerca di “scontri a Tiananmen” sarebbero tornati link ad un incidente correlato avvenuto sulla piazza nel 1976 e non nel 1989. GreatFire.com ha aggiunto che alcuni di questi collegamenti, se cliccati, porterebbero non a reali siti web, ma a pagine di errore. Insomma potrebbe essere uno specchietto per le allodole per far credere al mondo intero che si sia abbassato il livello di censura, come nel caso del Movie Database. Secondo le fonti non sarebbe così anche perché ad essere ripristinati sarebbero solo i link SERP e non i contenuti finali veri e propri.

Leggi anche:  Pure Storage: crescita e supporto alle aziende italiane per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità