La Corte Ue invalida la direttiva sulla conservazione dei dati

La Corte di giustizia europea ha invalidato la direttiva Ue sulla conservazione dei dati perché viola la privacy degli utenti

La Corte di giustizia europea, che ha confermato la possibilità di bloccare siti pirata quando non si impedisce agli utenti di esercitare i propri diritti, ha dichiarato invalida la direttiva Ue sulla conservazione dei dati. Il provvediemento permette agli operatori telefonici di mantenere per due anni nei propri server i dati dei loro clienti relativi al traffico e localizzazione. La decisione è stata presa a seguito delle richieste di chiarimenti da parte dell’Alta Corte irlandese e della Corte costituzionale austriaca.

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La direttiva sulla conservazione dei dati viola la privacy

La Corte ha deliberato che la direttiva sulla conservazione dei dati “comporta un’ingerenza di vasta portata e di particolare gravità nei diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati di carattere personale, non limitata allo stretto necessario”. I dati conservati dagli operatori permetterebbero infatti di fornire “indicazioni assai precise sulla vita privata” come “le abitudini quotidiane, i luoghi di soggiorno permanente o temporaneo, gli spostamenti giornalieri o di diversa frequenza, le attività svolte, le relazioni sociali e gli ambienti sociali frequentati”. Ciò comporta una violazione della privacy dei cittadini Ue.

La Corte ha inoltre sottolineato che la direttiva non prevede che l’utente sia informato sull’utilizzo dei propri dati e che questi possono in teoria essere trasmessi anche a Paesi terzi al di fuori dell’Ue, cosa che è evidentemente successa come dimostrano le rivelazioni di Edward Snowden sullo scandalo Datagate.

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