La droga in Rete: è allarme tra i giovani

Sale la percentuale degli under 19 che consumano cannabis. I siti che vendono droga, soprattutto quella considerata “nuova”, si stima siano 800mila

Il Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio ha presentato la “Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia”. Nel documento si sottolinea come in Rete si moltiplicano i siti per la vendita di droga, in particolare quella considerata “nuova”.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

I numeri della tossicodipendenza

Diminuisce il numero di consumatori di droga ma sale la percentuale di under 19 che fanno uso di cannabis (+ 2,29%). Nel 2012 sono stati 2 milioni e 237mila le persone che hanno utilizzato stupefacenti anche occasionalmente. Scende anche il numero di decessi per overdose (390 l’anno). All’Umbria spetta il triste primato della Regione con più morti legati alla droga con 4 decessi ogni 100mila abitanti.

Droga 2.0

Dal 2008 ad oggi i siti che vendono stupefacenti sono passati da 200mila a 800mila (le cifre sono sottostimate). “Dai siti ai blog personali, passando per gli shop on line e le pagine sui social network, gli utenti di tutto il mondo acquistano semi, si scambiano indicazioni circa la coltivazione e forniscono pareri sugli effetti delle diverse piante”, si legge nella relazione. Il picco di portali per la distribuzione di droga in Rete è stato raggiunto a maggio del 2013 con 960mila siti.

In particolare la Rete è utilizzata per lo spaccio di nuove droghe come cannabinoidi sintetici, catinoni, fenetilamine, piperazine e metossietamine. Queste vengono spesso fatte passare per rimedi naturali e sali da bagno e sono prodotte artigianalmente “in laboratori fatiscenti e a bassissima qualità igienica”.

I nuovi strumenti connessi alla Rete sono diventati anche un mezzo utile agli spacciatori per favorire i propri traffici. Le Forze dell’Ordine hanno in diverse occasioni fermato pusher che utilizzavano WhatsApp e Facebook per smerciare gli stupefacenti.

Leggi anche:  Google, Bard migliora la comprensione dei video su YouTube