La Rete è “buona” a prescindere? Insulti razzisti sul Web per il neoministro Cècile Kyenge

Alcuni gruppi neofascisti hanno utilizzato epiteti razzisti per insultare la neoministra per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Il Presidente della Camera Laura Boldrini ha condannato il gesto e ha espresso solidarietà per la Kyenge

La scelta di un ministro di colore, Cècile Kyenge, non è piaciuta ad alcuni gruppi conservatori che hanno sfogato la loro immotivata rabbia in Rete insultandola con frasi razziste. Anche uno degli esponenti della Lega Mario Borghezio si è unito agli improperi e, con toni decisamente poco pacati e sicuramente condannabili, ha sottolineato la sua avversione ad una riforma della legge sulla cittadinanza come quella proposta dalla Kyenge. Il problema del razzismo in Rete è ancora molto diffuso tanto che in Francia la Polizia ha richiesto a Twitter di consegnare i dati personali di utenti autori di post antisemiti.

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A far infuriare i gruppi neofascisti sparsi sul web è stata soprattutto una frase espressa dall’attuale ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, che ha definito l’Italia “una società meticcia, e bisogna prenderne atto”.

Il Parlamento solidale con la Kyenge

Il Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha vietato l’uso dei social network durante le discussioni in aula, ha voluto esprimere la vicinanza del Parlamento alla neoministra. La serie di insulti a sfondo razzista dedicati alla Kyenge è stata definita “indegna di un Paese civile”. L’integrazione “può non piacere a tutti. Però non è in alcun modo tollerabile la volgarità razzista mirata contro una persona per il colore della pelle. – ha continuato la Boldrini – La libertà di espressione non c’entra: in alcuni siti si pratica un sistematico incitamento all’odio razziale, che resta un reato anche se espresso via web. E molto gravi sono anche le parole usate da qualche esponente politico, che vanno ben oltre il legittimo dissenso sulle iniziative che Cècile Kyenge intende promuovere”. 

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