Le fonti rinnovabili sono una risorsa, non una spesa

In molti contestano il fatto che il caro energia sia dovuto allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il rapporto annuale di Althesys ribalta questa concezione

Althesys ha illustrato i dati relativi all’Irex Annual Report, lo studio che analizza i vantaggi e i costi legati all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili. I numeri dimostrano che se entro il 2030 l’Italia iniziasse un piano efficiente di diffusione di impianti green, si realizzerebbe un vantaggio economico compreso tra i 19 e i 49 miliardi di euro, a seconda se gli investimenti privati fossero supportati da iniziative concrete da parte del Governo.

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I vantaggi

Secondo Althesys, i benefici portati dalle fonti rinnovabili superano di gran lunga gli aspetti negativi. L’energia green genera infatti occupazione e indotti. Senza gli impianti eolici o fotovoltaici, che generano profitti tra i 28 e i 33 miliardi di euro, entro il 2030 ci sarebbero 60mila posti di lavoro in meno. Con l’utilizzo dell’energia pulita si risparmia anche in CO2, il cui prezzo nel mercato Ets è crollato. Althesys stima in questo ambito un risparmio di circa 2,6 miliardi di euro per l’anidride carbonica e circa 3,4 miliardi in SO2 e ossidi di azoto. Un altro vantaggio da non sottovalutare, al contrario di quello che si pensa, è la riduzione del prezzo dell’elettricità, il cosiddetto peak shaving. Immettendo nella rete elettrica energia prodotta dal fotovoltaico nelle ore più assolate, il prezzo della luce cala nelle ore dove diventa più cara, cioè quelle serali.

Gli svantaggi

I costi delle rinnovabili pesano soprattutto su due voci: gli incentivi e la mancanza di infrastrutture approppriate. Per quanto riguarda il primo ambito, il Quinto conto energia ha posto un tetto di 6,5 miliardi di costo cumulato annuo fisso fino al 2029. Le carenza di trasmissione di energia, da cui derivano i mancati ricavi in elettricità, peseranno tra 1,5 e 1,8 miliardi fino al 2020.

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