Putin è pronto a chiudere la Rete se i dati non rimangono in Russia

La Duma ha approvato una nuova legge anti-terrorismo che permetterebbe di bloccare l’accesso ai servizi Internet stranieri se questi non conserveranno i dati degli utenti su server posti in Russia

Quello che è successo poco tempo fa ad Internet in Turchia potrebbe avvenire anche in Russia. Oggi la Duma ha approvato un nuovo pacchetto di leggi “anti-terrorismo” realizzato a seguito degli attentati di Volgograd di dicembre, poco prima delle Olimpiadi invernali di Sochi. Il documento potrebbe limitare la libertà di azione non solo dei servizi Internet nazionali ma anche di quelli stranieri. Skype, Gmail e Facebook, per citarne alcuni, potrebbero vedersi chiudere le porte della Russia.

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L’ufficio stampa di Yandex, il più importante motore di ricerca in cirillico, ha definito la legge “un ulteriore passo verso il rafforzamento del controllo statale su Internet in Russia, cosa che ha un impatto negativo sullo sviluppo del settore”.

Il bavaglio della Rete

La nuova legge prevede che tutte le aziende che operano sul web conservino per 6 mesi i dati degli utenti russi in server posti all’interno dei territori della Federazione. Il provvedimento non riguarda solo servizi nazionali come Mail.ru o Vkontakte, che ha ieri licenziato il suo fondatore Pavel Durov, ma anche quelli stranieri. In realtà la Duma non avrebbe il potere di imporre ai big della Silicon Valley, che pare abbiano stretto un accordo per non rubarsi i dipendenti migliori, di conservare i dati solo su server in Russia. Mosca potrebbe quindi decidere di bloccare l’accesso a questi servizi come ritorsione.

Infine, la nuova legge equipara ai mass media i blogger che superano i 3mila utenti giornalieri. Questi saranno iscritti in uno registro speciale e dovranno verificare che le informazioni diffuse siano attendibili. Inoltre, non fare propaganda di stampo estremista o violare la privacy dei cittadini.

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