YouTube: Access Denied

23 marzo 2009, il sole è calato già da un pezzo e le autorità cinesi si apprestano ad oscurare il noto canale di condivisione video YouTube. Chissà quanti utenti infuriati per l’impossibilità d’accesso alla piattaforma web più popolare del pianeta. Tutti arrabbiati e soprattutto curiosi di scoprire il perchè del gesto. La Bbc risponde sostenendo che il governo ha voluto impedire l’accesso a YouTube per via di un video che mostra soldati cinesi picchiare monaci tibetani. In questo caso si tratterebbe di un atto di pura censura. Censura della propria condotta politica e umana. A confronto appaiono più moderni e illuminati i giudici dell’Inquisizione intenti a redigere un elenco dei libri proibiti.

Diversa è la spiegazione del gesto data da Qin Gan, portavoce del Ministro degli Esteri, che fa orecchie da mercante e giura di non saper nulla dell’oscuramento. Qin ha dichiarato che “ molte persone hanno la falsa impressione che il governo cinese tema Internet. In realtà, è tutto l’opposto". Se la Cina temesse davvero Internet come si spiegherebbe la presenza di 300 milioni di utenti della rete cinesi e di 100 milioni di blog? Ovviamente Qin Gang risponde che non si spiegherebbe e prosegue dicendo che “Internet è abbastanza aperto, ma ha anche bisogno di essere regolato per legge per prevenire la diffusione di informazioni dannose e di sicurezza nazionale". Ma il numero di internauti così elevato non dipende dalla magnanimità del governo cinese. È la forza del popolo del web che, pur essendo ostacolata, riesce a trovare accessi alternativi e reti non censurate.
Se si pensa che lo stesso episodio di oscuramento del canale video era già capitato nei giorni scorsi, in coincidenza con il primo anniversario delle rivolte in Tibet e del cinquantesimo anniversario dell’invasione della regione, si inizia a sospettare che l’ulteriore oscuramento dei giorni scorsi non sia una fortuita coincidenza sconosciuta alle autorità.

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Ora possiamo capire la vera essenza delle parole riportate da Qin Gang in fatto di proteggere lo stato dalla diffusione di informazioni pericolose. Diffondere la notizia del pestaggio di monaci tibetani da parte di soldati cinesi significa smascherare i mandanti di un puro atto di violenza. Stiamo parlando della Cina, il paese che concentra il numero più alto di esecuzioni capitali.