Xiaomi, la minaccia che arriva dalla Cina

Apple e Samsung dovrebbero cominciare a preoccuparsi per la crescita del produttore orientale per tanti motivi. Eccone alcuni

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Avete mai sentito parlare di Xiaomi? In caso negativo siete davvero una piccola percentuale. Se non altro per l’enorme successo che il produttore cinese di smartphone sta ricevendo in patria, cosa mai scontata. L’azienda, con sede a Pechino, è uscita allo scoperto nel corso di quest’anno, diventando un’importante minaccia per i big del settore hi-tech di consumo, Apple e Samsung tra tutti.

I numeri del successo

Il motivo è molto semplice: Xiaomi progetta i suoi device con specifiche di fascia alta ma li vende con prezzi consoni a quella media. Certo gli smartphone Xiaomi non possono concorreggiare con iPhone o Galaxy in termini di qualità (almeno per ora), ma la società proponendo un prezzo aggressivo è riuscita a rubare una certa fetta di mercato, almeno in Cina. Il modello più venduto è l’Mi3 che monta un chip Nvidia Tegra 4, una fotocamera Sony da 13 Megapixel e 2 GB di Ram; il tutto a 327 dollari (nemmeno 250 euro). In confronto, in Cina, l’iPhone 5S di Apple viene venduto a 866 dollari senza un piano dati, mentre il Note 3 da 332 GB a 884 dollari. 

Non chiamatela startup

La valutazione di Xiaomi sul mercato è vicina ai 10 miliardi di dollari, il doppio di BlackBerry e la metà di Sony. Con 14 milioni di telefoni venduti tra il 2012 e la prima metà di quest’anno, Xiaomi è lontana da Apple (125 milioni di device venduti nel 2012) ma è tra le poche startup ad aver raggiunto tali cifre così in fretta.

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